Satyricon

Adattamento di Francesco Piccolo, regia Andrea De Rosa

Nel 66 d.C moriva Petronio Arbitro, maestro di buon gusto alla corte di Nerone, travolto dalla repressione di una congiura alla quale sembra non avesse partecipato. Tradizionalmente si attribuisce a lui il romanzo noto come Satyricon, pervenutoci in forma frammentaria e noto al grande pubblico soprattutto per la geniale (e libera) rilettura di Fellini.

Un mix di sorprendenti brandelli narrativi, tra sesso, strani riti, naufragi, risse, speculazioni d’arte, truffe ben congegnate e licantropi, tra i quali spicca qualche porzione più ampia come la celeberrima, scintillante Cena di Trimalchione.
 

Un affondo spietato sulla mondanità decadente del nostro tempo, fra feste, cene, sesso, strani rituali, truffe, risse, naufragi e licantropi, a sottolineare il senso di smarrimento e di vuoto come cifre fondamentali del presente, sullo sfondo dell’opera originale, con la sua sorprendente miscela narrativa.


Andrea De Rosa lo trasforma in teatro affidandosi alla penna  di Francesco Piccolo che così descrive il suo approccio alla riscrittura:
 

La decadenza di Roma, l’opulenza disperata, la corruzione, il mecenatismo un po’ burino. Le feste, le cene. Tutto questo è stato già raccontato da Petronio ed è però ancora tutto da raccontare. Provare a riscrivere e rendere contemporaneo il Satyricon, usando i tic linguistici della mondanità decadente di oggi, è sia elettrizzante sia in qualche modo naturale. Insomma, bisogna provarci.
Andrea De Rosa