Gallerie Nazionali di Arte Antica: Galleria Corsini


L'investimento nella selezione internazionale per la nomina di nuovi direttori nei principali 20 musei italiani voluto dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, che pone le basi per una modernizzazione del sistema statale museale, ha iniziato a dare i suoi frutti.

Grazie alla riforma Franceschini, dal novembre 2015 alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica a Roma (Palazzo Barberini e Galleria Corsini), è attiva la direttrice Flaminia Gennari Santori, storica dell’arte e una dei maggiori conoscitrici  della storia del collezionismo internazionale e del mercato dell’arte tra Otto e Novecento, che porta il suo know-how dagli Stati Uniti dove ha lavorato in diversi ambiti museali combinando la ricerca con la progettazione pratica e la gestione museale.

 

In qualche modo questa collezione racconta, in maniera più o meno continuativa dal XVIII al XXI secolo, come in questa città si è pensato di rendere pubbliche le opere d'arte e di condividerle con il pubblico. E questa, secondo me, è una storia molto interessante perché noi possiamo veramente raccontare come l'arte è stata vista dal XVIII fino al XXI secolo.
Flaminia Gennari Santori

RAI Cultura ha incontrato Flaminia Gennari Santori a Palazzo Corsini per parlare della collezione e della sua strategia di modernizzazione.

Galleria Corsini
La storia di palazzo Corsini inizia nel 1511 con l'edificio fatto costruire dal cardinale Raffaele Riario (1461-1521) sui terreni di via della Lungara. L’edificio originario viene modificato tra il 1659 e il 1689, quando diviene la residenza dalla regina Cristina di Svezia, trasferitasi a Roma nel 1655 dopo la conversione al cattolicesimo. La regina, donna di grande cultura e amante delle arti, utilizza il palazzo anche come sede del circolo intellettuale da lei istituito e fa modificare gli interni per ospitare la collezione di statue al pianterreno e la quadreria al piano nobile. Di questa fase della storia del palazzo si conserva traccia nell’Alcova della Regina, dove sopravvivono le decorazioni cinquecentesche.

La proprietà del palazzo passa ai Corsini solo nel 1736 dopo l'elezione al soglio pontificio di Lorenzo (Firenze 1652 – Roma 1740), divenuto papa con il nome di Clemente XII. La ricchissima famiglia fiorentina aveva bisogno di una residenza a Roma che fosse adatta al nuovo status pontificale e incarica l'architetto Ferdinando Fuga di ristrutturare le parti esistenti del palazzo e di ampliarlo con nuove strutture. Fuga progetta così un’ala speculare all’edificio esistente e un corpo centrale con la scalinata monumentale: i tre fabbricati sono uniti dalla facciata, lineare e maestosa, su via della Lungara, mentre il retro, affacciato sul vasto giardino che sale fin sul Gianicolo, ha un andamento mosso e articolato. I Corsini utilizzarono il palazzo fino al 1883, quando il principe Tommaso junior vende la proprietà e dona l'intera collezione al Regno d’Italia, contribuendo alla nascita della prima Galleria Nazionale italiana. Una parte del palazzo è oggi sede dell’Accademia dei Lincei, nella cui biblioteca è confluita la collezione di libri del cardinal nipote Neri Corsini.
 
Opere nella collezione Corsini: 606 dipinti di cui 312 esposti, 155 in deposito e 119 concessi in deposito temporaneo ad enti esterni; 202 tra sculture, bronzetti e arredi.

Artisti delle collezioni: 500 (numero orientativo)

Sale espositive: n. 8 nel percorso museale, n. 1 per esposizioni temporanee

Metri quadri di allestimento: 765

Giorni di apertura in un anno: in media 311


Storia della collezione Corsini

La Galleria Corsini, allestita secondo l’inventario del 1771, è l'unica quadreria settecentesca romana ad essere ancora oggi pressoché inalterata dal 1883, anno della sua donazione al Regno d'Italia da parte di Tommaso junior Corsini.

La collezione fu incrementata grazie al  contributo di vari componenti della famiglia, a partire dal nucleo più antico raccolto a Firenze dal marchese Bartolomeo (1622-85). Anche il ramo romano dei Corsini acquisì opere d’arte già a partire dall'inizio del Seicento. Ma furono Papa Clemente XII (Lorenzo Corsini, 1652-1740) e il cardinal nipote Neri Maria (1685-1770) i veri artefici della collezione. Soprattutto Neri Maria, finissimo conoscitore, ebbe il merito di ampliare la raccolta acquisendo opere di maestri del Seicento, italiani e non (come Caravaggio, Reni, Guercino, Rubens, van Wittel), opere del Cinquecento italiano e di artisti a lui contemporanei.

Nel corso dell’Ottocento la raccolta venne modificata attraverso vendite ed acquisti e aggiornata al gusto dell’epoca. Dopo il passaggio al Regno d’Italia nel 1883, la raccolta originaria si arricchì grazie all’acquisizione del fondo Torlonia nel 1892 in previsione dell'apertura della prima Galleria Nazionale Italiana, ospitata in palazzo Corsini dal 1895. Negli anni immediatamente successivi confluirono in galleria le collezioni Chigi, Monte di Pietà, Hertz. Gli spazi limitati della galleria Corsini non erano sufficienti ad esporre il gran numero di opere che erano state aggiunte al nucleo originario e nel 1949 lo Stato acquistò palazzo Barberini per trasferirvi in blocco le opere della Galleria Nazionale, che venne riaperta nella nuova sede nel 1953. Negli anni Ottanta si decide di ripristinare la raccolta Corsini nel palazzo di appartenenza, lasciando a palazzo Barberini solo le opere che erano state aggiunte dopo la donazione del 1883.

L’allestimento attuale rispecchia l’inventario di Neri Corsini del 1771.