Di Bellezza Si Vive
Un progetto per contrastare la povertà educativa
Il progetto intende creare, con un percorso di ricerca-azione sperimentale della durata di 4 anni, un metodo educativo originale, validato scientificamente, che dimostri come la bellezza, nel campo dell’arte visiva, della musica, del teatro, della danza, del paesaggio, della cura dei luoghi, rappresenti un’esperienza capace di estendere il potenziale degli individui da un punto di vista emozionale, cognitivo e comportamentale, contrastando la povertà educativa, migliorando le condizioni di vita e, in ultima analisi, riducendo i costi sociali.
Il progetto, su scala nazionale, è nato da un lungo percorso di co-progettazione interdisciplinare sostenuto da partner diversi per sapere, missione, contesto. Il partenariato rappresenta quindi un'inedita comunità educante meta-disciplinare. L’esperienza nazionale e internazionale dei singoli partner in attività di accoglienza, educazione, fruizione culturale, ricerca pedagogica e clinica, così come di divulgazione scientifica, formazione e sperimentazione di economie etiche, circolari e inclusive, rappresenta il valore aggiunto del percorso. Nell’arco dei 4 anni previsti, si propone di contrastare dispersione scolastica e povertà educativa, promuovere coesione, sostenibilità ambientale, rigenerazione umana e assurgere a modello di operatività.Creare un nuovo metodo educativo scientificamente validato, basato sulla bellezza, che possa essere trasferito assunto e utilizzato come strumento innovativo da scuole e altre agenzie, è questo l’obiettivo principale di "Di Bellezza Si Vive", – dichiara Giorgia Turchetto, responsabile del progetto -. Grazie alle competenze trasversali e interdisciplinari dei nostri partner, alla loro lunga esperienza nel campo del contrasto alla povertà educativa, possiamo fare diventare il progetto una policy educativa, un modello che miri a essere inserito all’interno di un sistema di welfare generativo, nella programmazione di politiche a livello locale e nazionale.
Il percorso di ricerca-azione – conclude Turchetto - si concentrerà sull’impoverimento educativo e la fragilità relativa che dipendono dai contesti sociali, dai modi in cui si educa e dai comportamenti relazionali, oltre che, negli ultimi tempi, come ampiamente dimostrato dall’emergenza coronavirus, dagli effetti delle tecnologie e il cosiddetto digital divide. L'indifferenza da ridondanza informativa e da opportunismo elettronico, infatti, combinandosi con la crisi dei legami affettivi e sociali nelle relazioni educative agisce incisivamente sull'apprendimento dei minori.