Andrea Carandini
Il Presidente del Fai
Qui di seguito, il racconto del Presidente Carandini, in alcuni brani significativi stralciati dal discorso tenuto nel 2019, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, in occasione della presentazione delle Giornate FAI di Primavera, dedicate all'arte come ponte tra culture.
"Claudio è intervenuto nel 48 d.C. per concedere ai maggiorenti della Gallia Transalpina l’entrata nel Senato. Il suo discorso è conservato nelle tavole bronzee di Lione ed è stato ripreso da Tacito negli Annales. L’imperatore ha motivato l’apertura a questi Galli più recentemente romanizzati ricordando che Roma era nata includendo i Sabini, che Romolo e i re suoi successori erano stati tutti stranieri: latini, sabini e greco-etruschi. In seguito Roma si era aperta agli Italici, ai Transalpini, agli Spagnoli, ai Galli della Narbonense e oltre …Da due millenni gli uomini si interrogano sulla ragione delle grandezze universali della Roma pagana e della Roma cristiana e dei suoi due opposti imperi. Intorno alla metà del I secolo d.C. sono arrivate due memorabili risposte alla domanda: quella dell’imperatore Claudio, dalla parte dei primi, e quella di Paolo cittadino romano e di Pietro analfabeta, apostoli di Gesù, dalla parte degli ultimi
Per Claudio il segreto della grandezza di Roma consisteva nella sua capacità di trasformare nemici e stranieri in cittadini e ha sostenuto che, all’opposto, la rovina dei Greci era dovuta al fatto ch’essi avevano trattato i vinti come stranieri da non integrare. Si potrebbe oggi aggiungere che l’impero marittimo Britannico, avendo integrato molto meno di Roma, è durato anche assai meno, per non dire delle sorti attuali dell’Isola.
Contemporaneamente Paolo e Pietro hanno trasformato la missione di Gesù, prima limitata a Israele, in una intrapresa spirituale “fino ai confini del mondo” che ha comportato un affrancarsi dai peculiari rituali giudaici che ne avrebbero impedito la diffusione tra i “gentili” di lingua greca e latina (sette lettere di Paolo e gli Atti degli Apostoli di Luca).
Questi due “piani strategici” di Roma, entrambi millenari e universali e che hanno un segreto in comune, hanno fondato il paesaggio e il patrimonio culturale della Penisola e delle Isole dell’Italia, dando alla nostra patria il primato globale di aver fondato la civiltà occidentale nel corso di quasi tre millenni, fino a quando, agli inizi del ‘600, è sorta la civiltà europea di cui da quattro secoli siamo figli.
Inoltre il paesaggio e il patrimonio culturale compongono variegate e plurimillenarie stratificazioni nelle quali si susseguono le più diverse e anche contrastanti civiltà – romana, medievale-cristiana, rinascimentale, controriformistica, risorgimentale e liberal-democratica –, le quali hanno conosciuto, per di più, apporti asiatici, mediterranei, europei e americani; apporti che non sorprendono se solo si ha una idea del cammino che l’umanità ha intrapreso tra il Monte Bianco e l’Etna.Capiamo allora perché il paesaggio e il patrimonio culturale del nostro Paese, lungi dall’apparire unitari e omogenei, sono caratterizzati da innumerevoli particolarità naturali, storiche e artistiche, che ancora oggi si osservano – nonostante la globalizzazione - anche solo passando da un borgo all’altro
Così la nostra patria appare come un amalgama di metalli preziosi, di origine ora indigena, ora forestiera e ora perfino esotica, prodottosi nell’espressione geografica che viene considerata ancora oggi il più significativo e bel crogiolo del Pianeta.
Proprio a partire dalla concretezza dei suoi beni, il FAI ha appreso che il carattere della patria sta nelle contaminazioni e nelle influenze che si sono rivelate non infezioni e malattie, ma opportunità molteplici da comporre come i colori: separati sulla tavolozza, e miracolosamente integrati nella pittura.Nello spirito di questa lega specialissima di cui è composta la Nazione, il FAI presta al paese la sua opera sussidiaria in armonia con l’articolo 118 della Costituzione, essendo convinto che una pubblica opinione informata e attiva sia essenziale al Paese al fianco delle sue rispettate istituzioni
Così le baite Walser in Val Sesia sono di cultura tedesca; gli affreschi a Manta in Piemonte sono di stile francese; l’abbazia di San Fruttuoso in Liguria è stata fondata da cristiani di Tarragona che alla fonte di quell’insenatura hanno salvato dagli Arabi le reliquie del santo; l’abbazia di Cerrate in Puglia ha rivelato affreschi di santi bizantini ignoti in Occidente; la Kolymbethra nella Valle dei Templi ad Agrigento è stata plasmata da greci e cartaginesi; il Giardino Pantesco a Pantelleria ha rivelato la perizia degli Arabi nel mettere a frutto ogni stilla.
Così al Castello di Masino la sala egizia sarà illustrata da un mediatore culturale egiziano e il suo pavimento palmireno da un siriano; a Villa Panza a Varese le maschere tribali saranno raccontate da un sudanese e da un guineano; a Ravenna la chiesa ortodossa del Santo Spirito sarà narrata da una ucraina e una rumena; nel Palazzo Firenze a Roma i continenti affrescati saranno spiegati da una indiana e da un africano …"
Andrea Carandini