Andrea Carandini

Il sogno di un archeologo

Ecco perché non credo che la leggenda sulle origini di Roma sia una favola ma piuttosto una tradizione in cui verità e finzione sono entrambe presenti e intimamente mescolate. Distinguere e separare l’una dall’altra provando a risalire a quanto effettivamente accadde nei primi tempi della città è un compito difficile, un percorso pieno di ostacoli, in cui capiterà di pescare dalla memoria letteraria degli antichi, ma anche di scendere sotto terra, attingendo dalla memoria accumulata nel terreno, sotto i nostri piedi di moderni Romani
Andrea Carandini, 2019

Questa intervista all'archeologo e attuale Presidente del FAI Andrea Carandini (1937), condotta da Cinzia Tani (Visioni private, Rai Cultura 2014), presenta la figura di uno studioso protagonista di scavi importanti, noto al pubblico soprattutto per la sua conoscenza profonda di Roma antica. Nella sua lunga carriera, Carandini ha  svolto anche un lavoro costante di divulgazione con mostre, percorsi didattici e allestimenti di musei e aree archeologiche. Oltre a importanti pubblicazioni, Carandini ha  tenuto conferenze  e  lezioni  in diversi  paesi  contribuendo a  diffondere la  cultura archeologica in Italia e nel mondo.

Quarto figlio di Nicolò  Carandini,  ambasciatore  e  ministro  della Repubblica e di Elena Albertini, figlia del senatore Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, il giovane Carandini si laureava  in  Archeologia  Classica  a  Roma (1962), con una tesi sui mosaici della villa di Piazza Armerina: relatore, Ranuccio  Bianchi Bandinelli.
La carriera accademica di Carandini inizia nel 1963, presso la cattedra di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana della Sapienza.  Negli anni Settanta diventa professore  presso  l'Università  di Siena e dal 1984, è direttore e titolare dell'insegnamento presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia della stessa facoltà. Dal 1992, torna alla Sapienza di Roma, dove insegna fino al 2010, per rivestire poi il ruolo di professore emerito. 

Fin da giovane, la passione per l'archeologia lo induce, oltre la storia dell’arte, ad affrontare il lavoro dello scavo, così entra nei cantieri mentre, all'Università di Roma, tiene corsi di Metodologia e tecnica dello scavo presso la Scuola di Specializzazione.

Carandini ha condotto campagne di scavo in Africa, a  Cartagine  e a  Tipasa, dove ha potuto approfondire tematiche legate  alle  produzioni ceramiche tardo antiche e all'economia, argomenti poi sviluppati con le indagini a Ostia presso le Terme del Nuotatore. Con questa esperienza, ha introdotto in Italia il metodo di scavo stratigrafico analizzato nel volume, Storie  dalla terra. Manuale di scavo  archeologico (1981). 
Negli anni Ottanta, l’attività scientifica di Carandini si concentra principalmente sulla topografia  di  Roma  antica, sull'Etruria in età  romana, nonché sui sistemi economici basati sulla produzione e circolazione di merci nel Mediterraneo e nell'Italia centro-tirrenica.  A Volterra ha coordinato le attività di indagine archeologica, sull'Acropoli e presso il Teatro Romano nel centro della città, avviando  un vasto programma di ricognizione nelle valli del Cecina e dell'Era.
Nel 1985, Carandini ha iniziato a condurre lo scavo alle pendici settentrionali del colle Palatino, per la Soprintendenza Archeologica di Roma.  Qui, ha potuto rilevare e analizzare una complessa stratificazione urbana, compresa fra il IX secolo a.C.  ed il XV secolo d.C.  La scoperta di una Roma ancora più antica, ha convogliato gli interessi di Carandini verso le origini mitiche della città connesse alla sua fondazione e alle prime forme organizzative di questa (La nascita di Roma, Einaudi 1997 e 2003; Archeologia del mito, Einaudi 2002; Remo e Romolo, Einaudi, 2006; La leggenda di Roma, 4 volumi, Mondadori 2006-2014).

L'argomento che ha avuto molto eco in ambito accademico, è stato oggetto anche di conferenze presso l’Auditorium di Roma per un vasto pubblico romano. Qui, nel quartiere Flaminio, tra il  1996  e  il  '97, Carandini aveva  diretto  le  attività  di  scavo della  villa romana rinvenuta in  occasione della costruzione dell’Auditorium di Piano. Una volta ultimata la grande struttura moderna, Carandini ha curato l'allestito  del museo archeologico realizzato nel foyer con l’edizione completa dello scavo

Dal 2005, Carandini ha  diretto il progetto Imago Urbis (approvato dalla Commissione Infrastrutture Cultura e finanziato da Arcus S.p.A.), volto a realizzare un sistema informativo archeologico  complesso, anche tramite web, per la gestione, la conoscenza e l'aggiornamento della vasta documentazione relativa a Roma antica. I dati raccolti, sono confluiti in due volumi curati da Carandini e pubblicati nel 2012 (Atlante di Roma antica. Ritratti e biografia della Città dalle origini al VI secolo d.C., Mondadori Electa). La prestigiosa ricerca è stata aggiornata e tradotta nel 2017 (Princeton  Unversity  Press, Princeton and Oxford). Nel 2009 al '12, Carandini è stato nominato Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali dal Ministro Sandro Bondi, incarico confermato successivamente da Giancarlo  Galan  e  Lorenzo Ornaghi. Dal 19 febbraio del 2013, Andrea Carandini è stato eletto Presidente  del FAI, incarico confermato nel 2018 per un secondo quinquennio.