Hayez, il capo della scuola di Pittura Storica

Così fu definito da Giuseppe Mazzini

A 230 anni dalla nascita di Francesco Hayez (10 febbraio 1791- 12 febbraio 1882) Isabella Marelli, conservatrice e storica dell’arte della Pinacoteca di Brera, ci aiuta a contestualizzare la vita del più importante pittore del Romanticismo italiano in questo video.



Francesco Hayez "Autoritratto a cinquantasette anni", 1848. Olio su tela, 124 x 94 cm. Pinacoteca di Brera, Milano.

Francesco Hayez, che proviene da una povera e numerosa famiglia veneta, è affidato alla tenera età di 6 anni alla sorella di sua madre, sposata con Francesco Binasco, antiquario e collezionista di opere d’arte che presto scopre le sue qualità artistiche.
 

Mio zio aveva scoperto in me la passione che mi dominava, ma nello stesso tempo aveva formato il progetto di iniziarmi all’arte sì, ma per farmi restauratore.
Da “Le mie memorie” di Francesco Hayez




 Francesco Hayez, Studio di nudo da "La peste" di Luigi Sabatelli, dal Taccuino Rosso, Accademia di Brera, Milano.

Per iniziativa dello zio Hayez impara il disegno da un insigne maestro, il disegnatore Zanotti, e in seguito frequenta per tre anni la scuola tenuta dal pittore Francesco Maggiotto dove studia la cultura figurativa osservando le opere dei maestri veneti.  Prosegue fino al 1804 nella sua formazione, apprendendo lo studio del rilievo nella Galleria Farsetti (rinomata per la sua raccolta dei gessi di famose statue classiche) e viene ammesso alla scuola di nudo presso la vecchia Accademia di Belle Arti fondata dalla Repubblica Veneta, ottenendo il primo premio per il disegno di nudo. All’accademia conosce e fa amicizia con il pittore Lattanzio Querena che gli insegna l’uso del colore.
 

In seguito alla famosa battaglia d’Austerlitz i francesi vittoriosi tornano padroni di Venezia e il Governo francese fonda una nuova Accademia nella città lagunare nominando Presidente il Conte Leopoldo Cicognara di Ferrara, grande amico di Canova. Entrambi avranno dei ruoli decisivi per la fortuna di Hayez.

Hayez continua i suoi studi della pittura con Teodoro Matteini, ma suo zio, giudicandolo oramai maturo per ripagarlo dei sacrifici fatti, gli chiede di interromperli per esercitare il mestiere di restauratore.  Sarà grazie all’intervento del conte Cicognara, che si spende in favore del giovane pittore ammirandone l’abilità e la creatività, che lo zio gli accorderà il permesso di proseguire gli studi.

Nel 1809 a 18 anni Hayez vince il Premio Roma dell’Accademia e con una borsa di studio si trasferisce nella città dove studia le antichità e dove, favorito da una lettera di presentazione del conte Cicognara, fa amicizia con un altro veneto che già allora aveva lasciato un’impronta profonda nel mondo dell’arte: Antonio Canova. Lo scultore era “presidente di tutti i musei”, come lo definisce lo stesso Hayez, essendo ispettore generale delle Belle Arti per Roma e lo Stato Pontificio, con sovrintendenza ai Musei Vaticani e Capitolini e all’Accademia di S. Luca. Canova introduce Hayez negli ambienti colti romani favorendolo in più di un’occasione.  


Francesco Hayez "Laocoonte e i figli strangolati da due serpente", 1812.  Olio su tela, 246 x 175 cm. Accademia di Brera, Milano. 

Nelle sue memorie Hayez descrive così il grande scultore:  

“Canova era di statura media, snello nella persona, ispirava confidenza al solo vederlo, confidenza che cresceva poi sentendolo parlare con questa sua voce sonora. La sua faccia esprimeva la bontà del suo cuore; aveva gli occhi molto incassati: il suo sguardo era penetrante, ma dolce; allora era già un po’ calvo, benché non avesse che circa 57 anni; la sua bocca sempre sorridente pareva pronta a dire cose piacevoli.”


In seguito Hayez vive fra Roma e Venezia per stabilirsi definitivamente nel 1823 a Milano dove grazie al suo vecchio amico il pittore Pelagio Palagi viene introdotto e accolto negli ambienti dell’alta borghesia liberale e conosce tra gli altri Alessandro Manzoni, entrando altresì in contatto con una committenza che apprezza la sua pittura, basata ora su un repertorio storico medievale a sfondo patriottico che allude a un glorioso passato a favore della libertà, perché diffonde nell’animo degli Italiani una coscienza collettiva di Nazione e riflette fedelmente il contesto politico risorgimentale nell’Italia del ‘800.  


Francesco Hayez "Il bacio" 1859. Olio su teka, 112 x 88 cm. Pinacoteca di Brera, Milano

La vita di Hayez prosegue con numerosi incarichi e nel 1959, alle soglie dei suoi settant’anni, dipinge "Il Bacio", commissionato dal conte Alfonso Maria Visconti, un quadro considerato oggi quasi il manifesto del Romanticismo italiano, con un forte carica sensuale che fa breccia in un’Italia puritana.


Dal 1850 il pittore fu anche professore di Pittura all’Accademia di Brera, dove sono oggi conservati molti suoi lasciti. Hayez si spense a Milano il 21 dicembre 1882 all’età di 91 anni. La città lombarda vanta anche una cospicua collezione del pittore alla Pinacoteca di Brera, che potete osservare nella gallery, insieme alle tele conservate all’Accademia di Brera, per gentile concessione delle due istituzioni.

Rai Cultura ringrazia la Pinacoteca e l’Accademia di Brera di Milano per la gentile concessione delle opere di Francesco Hayez.