Daniel Buren al Lago d'Iseo
Mirad'Or. Una palafitta per l'arte contemporanea
Mirad’Or è una palafitta per l’arte, l’architettura e la cultura, un piccolo padiglione per tutti, immerso nel lago, fruibile di giorno e di notte, dal lungolago di Pisogne così come dalle sponde opposte, dall’esterno, dall’interno, dall’acqua, grazie alla sua posizione e alla sua conformazione.

Il padiglione Mirad’Or (e in copertina ). Foto © Michele Nastasi
Il padiglione Mirad’Or è un luogo in cui accogliere e condividere creazioni contemporanee in una terra di storia e tradizione, uno spazio in continuo dialogo con il paesaggio in cui è immerso e che inquadra, nato da un’idea di Gigi Barcella, progettato da Mauro Piantelli e commissionato dal comune di Pisogne.
Gli eventi all’interno del padiglione sono affidati alla direzione artistica di Massimo Minini che per l’apertura ha coinvolto l’artista francese Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938), uno dei protagonisti dell’arte concettuale. Buren ha presentato due grandi dittici, ossia quattro grandi teli in fibra luminosa, frutto della sua ultima ricerca artistica.
Le nuove potenzialità della tecnologia e della fibra ottica rendono le opere di Buren una fonte di luce per lo spazio circostante, visibili di giorno e di notte, fruibili dall’esterno e anche da grandi distanze.
Il Lago d’Iseo e Brescia sono, da alcuni anni, al centro dell’elaborazione del contemporaneo nelle arti nel Nord Italia. Christo nella sua ultima e straordinaria opera, in città Mimmo Paladino, Anish Kapoor, Emilio Isgrò, Francesco Vezzoli. In questo importante percorso, il Lago d’Iseo non solo si è accorto del contemporaneo, grazie a The Floating Piers, ma ha promesso di continuare, così vedo Daniel Buren all’interno di Mirad’Or, come una piccola e bellissima presenza. Per Pisogne un inizio che non avrei potuto immaginare migliore, per il Lago d’Iseo la conferma di una continuità con artisti che, rinnovando la tradizione, intervengono direttamente sul paesaggio modificandolo con il loro lavoro.
Massimo Minini direttore artistico Mirad’Or

Photo-souvenir Daniel Buren, Unité d’habitation, Cité radieuse, MAMO Audi Talents awards, Marseille, 2014 © Sébastien Véronèse
Dalla metà degli anni Sessanta, Buren crea opere d’arte che con una radicale economia di mezzi neutralizzano il contenuto illusionistico della pittura ed esaltano l’indifferenza per il soggetto narrativo. Nel 1965 inizia a utilizzare una stoffa da tende rigata, le cui componenti diventano la base del suo vocabolario artistico: strisce verticali alternate, bianche e colorate, larghe 8,7 cm. Questo motivo fabbricato industrialmente risponde perfettamente al suo desiderio di oggettività e gli permette di accentuare il carattere impersonale del suo lavoro, a partire da questo registro visivo estremamente semplice e banale, ripetuto sistematicamente fino a raggiungere il grado di pittura zero.
Il suo “strumento visivo” basato sull'uso di strisce alternate gli permette di rivelare i dettagli significativi del luogo in cui sta lavorando, impiegandoli in strutture specifiche, a volte complesse, che si trovano a metà strada tra pittura, scultura e architettura. Le sue opere in situ giocano con i punti di vista, gli spazi, i colori, la luce, il movimento, l'ambiente circostante, gli angoli o le proiezioni, acquisendo la loro forza attraverso la trasformazione radicale dei luoghi. Incisivo, critico e impegnato, il lavoro di Buren è concepito per essere in uno stato di continuo sviluppo e diversificazione e non manca mai di stimolare commenti, di ammirazione e disaccordo.
Nel 1986 Daniel Buren realizza la sua opera pubblica più controversa, oggi classificata come "monumento storico": Les Deux Plateaux, per il cortile d'onore del Palais-Royal di Parigi. Nello stesso anno ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia, dove è stato insignito del Leone d'oro per il miglior padiglione. Nel 2007 ha ricevuto il Praemium Imperiale per la pittura a Tokyo, in Giappone. Buren è oggi uno degli artisti più attivi e acclamati sulla scena artistica internazionale e il suo lavoro è stato esposto in importanti gallerie e musei e in una vasta gamma di siti in tutto il mondo.