I codici miniati del Museo di San Marco

Nella preziosa collezione quattrocentesca il corale del Beato Angelico

Nel convento domenicano di San Marco, capolavoro architettonico di Michelozzo, costruito tra il 1437 e il 1443, la Biblioteca monumentale, per volere di Cosimo il Vecchio dei Medici prima biblioteca pubblica a Firenze, destinata non solo ai frati del convento ma a tutti gli studiosi, anche laici, custodisce una straordinaria collezione di codici miniati del  Quattrocento, alcuni dei quali illustrati da Beato Angelico e dai suoi collaboratori. Una selezione della raccolta di manoscritti liturgici riccamente miniati è esposta a rotazione ogni tre anni nelle vetrine collocate lungo le pareti della Biblioteca.


Museo di San Marco: Biblioteca di Michelozzo

Messi a riposo negli armadi dell’attigua sala Greca i corali domenicani del precedente allestimento, il Museo di San Marco espone al pubblico dopo lungo tempo, eccezionalmente e per non più di un anno, il fiore all’occhiello del patrimonio librario del museo: il cosiddetto Messale di San Domenico (Graduale 558), magistralmente miniato dal Beato Angelico insieme a una selezione di corali francescani di cinque diverse provenienze in un nuovo allestimento che prende le mosse da un recente e rigoroso studio di Ada Labriola, autorevole storica della miniatura.

La sostituzione dei codici esposti nella Biblioteca di Michelozzo, dettata in primo luogo da esigenze di conservazione  consentirà al pubblico di scoprire un’altra pagina sconosciuta della collezione di manoscritti miniati del Museo e offrirà l’occasione davvero rara di ammirare il Codice 558, uno dei capolavori della miniatura italiana del primo Quattrocento.
Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco 

Il corale del Beato Angelico fu realizzato tra il 1424 ed il 1430 probabilmente per San Domenico a Fiesole, convento di appartenenza del frate pittore e rappresenta la testimonianza più antica e più importante della sua attività di miniatore.
Trasferito in seguito nella proprietà della Granduchessa Maria Antonia, consorte di Leopoldo II di Lorena, passò quindi alla Biblioteca Nazionale di Firenze e da lì nel Museo di San Marco nel 1869. 

Il codice è aperto alla carta che illustra la Gloria di San Domenico nell’iniziale “I” (In medio ecclesie aperuit os eius). Alla base, sono raffigurati in un affettuoso abbraccio i due fondatori degli ordini mendicanti, San Francesco e San Domenico. La miniatura celebra la festa più importante del codice, dedicata al fondatore San Domenico, che vediamo nel margine superiore dentro una mandorla dorata portato in gloria da otto angeli musicanti. Dalle estremità dell’iniziale “I” fuoriescono tralci che incorniciano alcuni dei santi particolarmente venerati dall’ordine domenicano, tra cui  San Tommaso d’Aquino.

Accanto al Messale miniato da Beato Angelico, viene eccezionalmente esposto per la prima volta un nucleo di corali francescani che giunse al museo, in più riprese, a seguito delle soppressioni sabaude del 1866. In quell’occasione, il patrimonio librario di San Marco, depauperato nei secoli, fu implementato con l’arrivo di numerosi codici liturgici provenienti da vari conventi di Firenze e dintorni. Dei ventidue corali di committenza francescana conservati a San Marco, è stato possibile esporne dodici, di cinque diversi conventi che aderirono all’Osservanza. Di produzione fiorentina, coprono quasi un secolo, dal più antico codice, datato 1438, al più recente del 1526, e sono riferibili a miniatori vicini al convento francescano di San Salvatore al Monte alle Croci, dove tra il XV ed il XVI secolo era attivo un importante scriptorium. Il loro apparato illustrativo permette di ripercorrere uno dei periodi più dibattuti e complessi della miniatura a Firenze.
Un filo comune attraversa il sobrio corredo illustrativo dei manoscritti, spiega Ada Labriola, "il rifiuto di sontuosità e di ostentazione, che i frati Osservanti promossero nella vita dei conventi, trovò un consapevole riflesso nelle scelte iconografiche e figurative che ispirarono i loro corali miniati”.    

Battista di Niccolò da Padova, iniziale A con San Francesco che riceve le stimmate. Antifonario ms-584-c.-2v.