Vincent van Gogh

Capolavori dal Kröller-Müller Museum

Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, Palazzo Bonaparte ospita una grande mostra dedicata al genio di Van Gogh. Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers. 
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose Lettere al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso uno dei pittori più celebri della storia dell’arte. 

La mostra di Roma ne ricostruisce la vicenda umana e artistica attraverso cinquanta opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo. Helene Kröller-Müller, infatti, tra il 1907 e il 1938 mise insieme una raccolta che comprendeva dipinti di Picasso, Gris, Mondrian, Signac, Seurat, Redon, Cranach, Gauguin, Renoir, Latour e, naturalmente, Van Gogh, con una collezione di lavori del pittore olandese che oggi è la seconda più grande al mondo.

Helene Kröller-Müller fu colei che, prima di ogni altro, seppe apprezzare l’opera del pittore olandese. Helene comprende il senso di modernità rivoluzionario nella violenta trascrizione della realtà contenuta nelle opere di Vincent. La ricerca di assoluto di Van Gogh la disorienta e affascina, percepisce nei dipinti la stessa inquietudine che sente nella sua anima, che trova consolazione e pace grazie al valore terapeutico della pittura, la porta verso un universo altro. 

Il percorso espositivo nella mostra romana segue un filo conduttore cronologico che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-SurOise, dove mise fine alla sua tormentata vita. 
Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o  o a scavare il terreno. Vincent guarda con interesse le opere dei barbisonniers francesi, in particolare si ispira a Jean François Millet e a Charles François Dubigny forgiando uno stile personale caratterizzato da un realismo non privo di crudezza,

Dominante è l’amore per la terra e per l’attività di esseri umani impegnati in un duro lavoro sempre illuminato da un atteggiamento spirituale e da una religiosità, che rende sacra l’umiltà di una fatica  quotidiana. 

 


Vincent van Gogh: Il seminatore Arles, 17 – 28 giugno 1888 ca, Olio su tela, 64,2x80,3 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands 

Nel periodo del soggiorno parigino (1886-1888) Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante. 
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti. È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura, come nella nuova immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, nei lavori realizzati durante  e dopo i suoi ricoveri nell'ospedale psichiatrico nel 1889: Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy, Burrone, Pini al tramonto. Un linguaggio potente, estremo che caratterizza anche i lavori del 1890, l'ultimo anno di vita, come Tronchi d'albero nell'erba e Vecchio disperato.

Quanto ho appreso a Parigi svanisce, e io sto tornando alle idee che mi erano venute in campagna, prima di conoscere gli Impressionisti. […] Infatti,invece di cercare di riprodurre fedelmente ciò che ho davanti agli occhi, mi servo del colore in maniera più arbitraria, per esprimermi con maggiore forza.
Vincent van Gogh, Lettera a Theo, 18 agosto 1888 


Vincent van Gogh: Covone sotto un cielo nuvoloso (dettaglio), Auvers-sur-Oise, luglio 1890. Olio su tela, 63,3x53,7 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Van Gogh. Capolavori dal Kröller-Müller Museum, Palazzo Bonaparte, Roma
8 ottobre 2022- 26 marzo 2023

In copertina: Vincent van Gogh, Autoritratto Parigi, aprile – giugno 1887. Olio su cartone, cm 32,8x24 © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands