Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore

Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore

L'artista in mostra all'Accademia di Spagna a Roma

Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore
In occasione dei 150 anni della Real Academia de España en Roma, le celebrazioni del centenario dalla morte di Joaquín Sorolla (Valencia, 1863 - Cercedilla, 1923), uno dei pittori più famosi della sua epoca, approdano nella Capitale con la mostra Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore, dal 21 marzo all'11 giugno 2023.

Organizzata da Academia de España en Roma, Museo Sorolla e Fundación Museo Sorolla, Acción Cultural Española (AC/E), è l’unica tappa italiana dell’esposizione – già presentata al Museo Sorolla a Madrid, alla Fundación Bancaja a Valencia, al Museo de Bellas Artes di Bilbao, al Palau Martorell a Barcelona – con una sezione appositamente ideata per l’Accademia.

Nel 2023 inoltre ricorrono anche i 150 anni dell’Accademia e questa mostra, a cura di Blanca Pons-Sorolla e María López Fernández, rappresenta l’opportunità per approfondire i rapporti tra Sorolla, i circoli artistici di Roma e l’Academia de España: l’artista infatti si recò in Italia in molte occasioni e in particolare modo a Roma tra il 1885 e il 1889, sovvenzionato dalla Diputación de Valencia. Grazie alla pensión, tra il 1885 e il 1889 Sorolla visse a Roma e ad Assisi, si recò a Parigi, visitò Firenze, Pisa, Venezia e Napoli, studiò gli artisti italiani e ritrasse monumenti e paesaggi. Frequentò i caffè e gli studi con altri artisti, si affezionò ai suoi professori e conobbe i suoi migliori amici. Tutto quello che visse e assorbì in quegli anni cruciali della sua formazione determinò il resto della sua carriera.

L’esposizione presenta oltre 240 opere originali dell'artista, di cui 205 dipinti a olio che l’artista chiamava “macchie” o “note di colore”, conservate nel Museo Sorolla di Madrid. Questo importante aspetto della produzione del pittore valenciano potrà essere osservato per la prima volta in Italia in questa esposizione, che è la prima in assoluto dell’artista a Roma.

Il percorso parte dalle tre sale del piano terra con le opere che documentano lo sviluppo della carriera di Sorolla: la mostra alla Galleria Georges Petit a Parigi nel 1906, la sua maturità artistica tra il 1904 e il 1911, le mostre americane tra il 1909 e il 1911, il culmine della sua produzione tra il 1912 e il 1919. Nel Salone dei Ritratti, al primo piano, la sezione ideata per questa occasione romana dal titolo “Sorolla, la Real Academia de España en Roma e le origini del piccolo formato”.  La serie di “note” dipinte in diversi luoghi d’Italia mettono in evidenza i legami del pittore con la penisola attraverso cinque i soggetti rappresentati: le vedute delle movimentate città italiane, gli studi degli artisti, i viaggi e l’atmosfera dei caffè tra Roma e Parigi, la rappresentazione dei monumenti, la composizione del paesaggio.

Queste note racchiudevano in pochi centimetri quadrati tutta la brezza marina, tutta la magia sfuggente del Mediterraneo, con un brio, con una scienza, con un ardore, con una flessibilità e un virtuosismo nei valori che meravigliavano la vista e lo spirito.
Camile Mauclair, L’Art décoratif, Parigi, 1906.

Sin dai primi tempi a Roma, le note di colore mostrano il modo in cui Sorolla guarda e sintetizza quello sguardo attraverso il suo pennello; esprimono le titubanze di un pittore in formazione, che riafferma il bisogno emotivo di prediligere la verità, l’autenticità e la sincerità al cospetto della natura. Inoltre, il concetto stesso di appunto rapido e spontaneo, che capta e registra la prima idea dell’artista, si ricollega agli interessi della colonia di artisti spagnoli a Roma, che cercavano di rendere compatibili le pratiche accademiche e uno sguardo più vero sulla realtà.

Per gli artisti a Roma, e per Sorolla in particolar modo, erano vividissimi i rimandi leggendari alle opere italiane di piccolo formato di Eduardo Rosales e Mariano Fortuny nelle quali, in modo essenziale, sembravano racchiudersi gli insegnamenti di entrambi gli artisti. Al tempo stesso, la loro conoscenza dell’arte italiana permetteva di integrare, da luoghi diversi, l’avventura dei macchiaioli italiani, con le loro specifiche caratteristiche per l’organizzazione compositiva del naturale, l’utilizzo espressivo delle parti in legno lasciate al naturale o lo schizzo a partire da macchie e violenti contrasti di luce.
Gli appunti italiani inaugurano, pertanto, in modo naturale, il percorso nel processo pittorico del piccolo formato, andando a creare una perfetta introduzione sul modo in cui Sorolla riusciva a racchiudere in pochi centimetri quadrati l’essenza della sua pittura.


Joaquín Sorolla, Spiaggia di Valencia, 1904. Olio su imprimitura bianca. Museo Sorolla

Nel corso della sua vita, Joaquín Sorolla arrivò a dipingere circa duemila quadri a olio su cartoni o tavolette di piccolissime dimensioni, che definiva generalmente “appunti” ma, a volte, vi si riferiva come “macchie” o “note di colore”. Queste tavolette venivano trasportate insieme ai pennelli e ai tubi di colore in scatole costruite ad hoc, e facilitavano la pittura all’aria aperta. Se in un primo momento si considerarono opere intime, prodotti non finiti dell’attività pittorica, presto vennero apprezzate sia per la libertà creativa che per il germe di possibili nuove opere, e cominciarono a essere esposte e ammirate come campioni della sfera più personale e originale dell’artista. Sorolla le utilizzò a volte in correlazione alle idee che gli sovvenivano per le sue composizioni, ma spesso come mero esercizio. Ne ricopriva pareti intere dello studio, appese con degli spilli, ma ben presto cominciò a incorniciarle, e in tutte le sue mostre questi quadretti ebbero una presenza abbondante e notevole. Piccoli per dimensione, ma grandi per audacia, esprimono lo spirito della sua pittura.

Ed è qui che la mia mano obbedisce interamente alla mia retina e al mio sentimento. Vent’anni dopo! È proprio l’età in cui ci si deve chiamare pittore: dopo quarant’anni di lavoro!
Sorolla citato da Rodolfo Gil, in Joaquín Sorolla, 1913

Dal 1912, il grande incarico dei murali per la Biblioteca della Hispanic Society consuma la maggior parte del suo tempo. Quando non sta dipingendo per il progetto, dipinge per sé stesso, senza la pressione delle mostre. Coltiva ora gli intimi e silenziosi quadri da giardino e dipinge alcune delle più belle e riuscite scene di spiaggia. Sempre di più, la rapidità, la destrezza e la leggerezza applicate negli appunti si riflettono nelle opere di maggior levatura.
Negli ultimi anni, gli appunti di piccolo formato che dipinge sulle spiagge del Nord, in particolar modo a San Sebastián, mostrano una smania di sperimentazione emozionante: costruisce le figure con masse di colore molto piane, separate tra loro da piccole strade non dipinte, che lascia nel tono grigio neutro dell’imprimitura del cartone. Questa esecuzione abbreviata mostra un Sorolla essenziale che continua ad approfondire, attraverso i suoi “piccoli formati”, la sintesi visiva delle figure all’aria aperta.

Joaquín Sorolla (Valencia, 1863 - Cercedilla, 1923) è uno dei grandi maestri della pittura spagnola del XX secolo ed è arrivato sino a noi come il creatore dell'immagine di una Spagna luminosa e mediterranea. Insieme a Velázquez e Goya, Sorolla è probabilmente l'artista spagnolo più amato e popolare.
La sua pittura rientra nelle tendenze naturalistiche della fin-de-siècle e molti specialisti l'hanno definita "impressionista" o "luminista".
Sorolla non si identifica con gli impressionisti, ma conobbe bene le loro opere e ne assimilò il nuovo uso del colore, il modo di stenderlo in pennellate indipendenti, appena mescolate, per conservarne la freschezza, le forme compositive ispirate alla recente invenzione della fotografia e soprattutto la convinzione assoluta della necessità di dipingere dal vero e, se possibile, all'aria aperta.
Si sentiva più affine ad altri pittori del suo tempo come gli americani John Singer Sargent (1856-1925) e James McNeill Whistler (1834-1903) o lo svedese Anders Zorn (1860-1920), artista che condividevano con gli impressionisti l'interesse per la luce, ma che mantenevano una maggiore coerenza nella figura e una disciplina del disegno che rivelava la loro solida formazione accademica.
Alla sua morte, nel 1923, la famiglia lasciò in eredità allo Stato la casa con le sue collezioni per realizzare il Museo a lui dedicato, inaugurato a Madrid nel 1932.

In copertina: Joaquín Sorolla, Spiaggia di Valencia, 1904. Olio su tavola, 31,8 x 41 cm, Museo Sorolla

Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore. RomaAccademia di Spagna 
Dal 21 marzo all'11 giugno 2023