Luca Signorelli: pittore di luce e poesia

Luca Signorelli: pittore di luce e poesia

Cinquecento anni fa moriva l'artista celebre per le sue visioni apocalittiche

Luca Signorelli: pittore di luce e poesia

[ ...] col fondamento del disegno e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte degli artefici la via all’ultima perfezzione dell’arte.
Giorgio Vasari,  Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568

Inventore di indimenticabili figure scultoree e abile colorista, Luca Signorelli (Cortona 1450 – 1523), Luca d’Egidio di Ventura il vero nome o Luca da Cortona, è stato  uno straordinario innovatore della stagione rinascimentale, personalità fondamentale nel tracciare la strada che sarà seguita da Raffaello e Michelangelo: i due giganti che finirono in seguito per oscurarne la fama.

Nel cinquecentenario della morte, avvenuta il 16 ottobre del 1523, Cortona, la città natale cui Signorelli fu sempre legato, assumendo anche incarichi pubblici nonostante i viaggi e la ripetuta lontananza, ha dato un forte impulso alla riscoperta dell’artista, con una preziosissima mostra “Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia”, allestita presso il MAEC, Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona (fino al 22 ottobre 2023) e promossa dal Comune di Cortona e dall’Accademia Etrusca di Cortona, sotto l’egida del Comitato Nazionale per le celebrazioni istituito dal MIC, curata da Tom Henry, massimo esperto in materia, professore emerito all’Università di Kent e già Direttore della Scuola di Studi Classici e Rinascimentali dell’Università inglese a Roma.


 MAEC: Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia

Luca (creava figure) agitate da vive passioni, da pietà, da dolore, da sdegno, da speranza, dagli affetti delle anime più sensitive.
Girolamo Mancini, 1903

Un’esposizione che volutamente si concentra sulla produzione pittorica del Maestro con l’obiettivo di ripercorrere la carriera dell’artista, rendendo evidente la forza del suo colorismo, la portata e l’originalità della sue invenzioni tanto ammirate da Vasari, la potenza narrativa delle opere e la capacità che egli ebbe di andare oltre i suoi contemporanei, divenendo “un faro per i grandi del Rinascimento”. A rendere difficile la visione d’insieme del percorso di Signorelli è stata soprattutto la dispersione dei lavori dell’artista cortonese in tanti luoghi e siti, in Italia e all’estero, a partire dagli stupefacenti cicli di affreschi che lo hanno reso famoso, ovviamente inamovibili.

La mostra di Cortona, riunendo nella città di Luca dopo settant’anni una trentina di opere dell’artista provenienti da prestigiosi musei italiani ed esteri, compresi importanti prestiti da collezioni private e da oltreoceano, è stata un’occasione per celebrare e consacrare definitivamente Luca da Cortona tra i grandi artisti del tempo, alla luce anche degli studi degli ultimi anni. Dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze al Museo Nazionale Capodimonte di Napoli, dalla Fondation Jacquemart-André di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto alla Pinacoteca Comunale di Sansepolcro o ancora dalla National Gallery of Irland di Dublino all’High Museum of Art di Atlanta, i dipinti in mostra sono stati selezionati in base all’altissimo livello qualitativo e appaiono rappresentativi di ogni decennio di attività di Signorelli.

Diverse le novità scientifiche che l’esposizione ha proposto tra cui, la ricomposizione per quanto ancora possibile della Pala di Matelica, realizzata nel 1504-1505 per la chiesa di Sant’Agostino a Matelica, smembrata e dispersa per il mondo a metà del XVIII secolo; quindi la presenza di due preziosi pannelli con la Nascita e Il miracolo di San Nicola (1508 – 1510 c.), per la prima volta di ritorno in Italia dagli Stati Uniti d’America (Atlanta); e ancora il ricongiungimento, mai riuscito in epoca moderna, della tavola centrale del Polittico della chiesa di Santa Lucia a Montepulciano, raffigurante la Madonna e il Bambino in trono, con la relativa predella, composta da tre pannelli in prestito dagli Uffizi di Firenze, in cui Signorelli mostra tutta la sua vena narrativa. In mostra anche pale d'altare di grandi dimensioni come LAnnunciazione da Volterra e la Maddalena da Orvieto.


MAEC: Signorelli 500. Maestro Luca da Cortona, pittore di luce e poesia

Del resto, potere d‘immaginazione e invenzione visiva sono qualità rare riconosciute al grande artista già dal contemporaneo, cortigiano, pittore e poeta Giovanni Santi che, con un termine di solito riservato alle arti liberali, definì il Cortonese “d’ingegno e spirito pelegrino” a sottolinearne il vivace intelletto; ma anche dal biografo Giorgio Vasari che, oltre a Filippino Lippi, solo per Signorelli fece esplicito riferimento alla capacità immaginifica in un artista del Quattrocento, ricordando gli affreschi del Duomo di Orvieto. Perché Luca, scrive Vasari, è “quella persona, che col fondamento del disegno, e delli ignudi particolarmente, e con la grazia della invenzione e disposizione delle istorie, aperse alla maggior parte degli artefici la via all’ultima perfezzione dell’arte”.

La mostra si integra con gli Itinerari di Signorelli, in città, in particolare al Museo Diocesano e nella chiesa di San Niccolò, e nelle località tosco umbre custodi di importanti testimonianze del Maestro. Una rete importante che ha dato vita a un percorso di valorizzazione territoriale del grande pittore rinascimentale, con Cortona come epicentro, destinato a permanere nel tempo.
Notoriamente rimasto così attaccato alla sua città natale da non volersene allontanare se non per lavoro, a Cortona Luca Signorelli fu spesso impegnato attivamente sia con prestigiosi incarichi politico-amministrativi che con importanti committenze cittadine. Per questo Cortona conserva una buona raccolta di opere autografe, alcune ancora nei luoghi originariamente pensati per loro, altre, la maggior parte, nei Musei cittadini: ricordiamo la Deposizione nella chiesa di San Niccolò e il Compianto sul Cristo morto del Museo Diocesano. 
Sicuramente il più articolato e complesso incarico a Cortona fu per Signorelli quello che la Compagnia del Buon Gesù gli offrì a partire dal 1512 per realizzare nella chiesa superiore, dove aveva la propria sede, un ciclo di pitture che illustrasse le vicende dell’Incarnazione di Cristo dal Concepimento fino all’istituzione del Sacramento eucaristico, tema a loro particolarmente caro; per questo si scelse come episodio centrale per l’altare maggiore la Comunione degli apostoli insieme alle tavole con l’Immacolata Concezione e la Natività per gli altari laterali.

L'attività di Luca Signorelli si estese in Valtiberina tosco-umbra, tra Sansepolcro, Città di Castello, Umbertide, Citerna e Morra, e si sviluppò lungo tutta la sua vicenda biografica e artistica, per varie ragioni che ripetutamente lo condussero in questa terra di confine fra Arno e Tevere. Era questa un’area geografica e politica più vicina alla Toscana che all’Umbria, stranamente ‘immune’ dall’influenza del Perugino e quindi pronta ad accogliere il Signorelli, forse conosciuto per l’attività presso Lorenzo il Magnifico. Nel 1488 egli fu addirittura nominato cittadino onorario di Città di Castello e qui numerose furono le commissioni legate alla famiglia dei Vitelli e ai maggiori ordini religiosi della città.
Testimonianze importanti dell'attività dell'artista sono, inoltre, conservate a Perugia, nella Galleria Nazionale dell'Umbria e al Museo Diocesano.

Tutte le istorie de la fine del mondo: invenzione bellissima, bizzarra e capricciosa.
Giorgio Vasari,  Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568

Luca Signorelli, Dannati all'Inferno (dettaglio), Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto

Tra le commissioni più illustri eseguite dal pittore di Cortona, il ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto. Gli affreschi, caratterizzati da una spiccata padronanza del disegno e una straordinaria capacità di rappresentazione del corpo umano, costituiscono una delle massime espressioni della produzione artistica del Signorelli, strettamente connessa con la maturità pittorica dell’artista e così densa di spunti anche per i successori, primo tra tutti Michelangelo.

La decorazione della Cappella, avviata nelle vele da Beato Angelico e Benozzo Gozzoli nel 1447, fu completata da Luca Signorelli in pochi anni, tra il 1499 e il 1502. Il programma iconografico comprende, nelle due campate della cappella, la raffigurazione dell’Inferno (o della Cattura dei dannati) e, alla sua destra, il Paradiso (o l’Incoronazione degli Eletti). Le due campate, che s’incontrano appena entrati, sono occupate invece dalle storie dell’Anticristo e dalla Resurrezione dei corpi; la controfacciata della parete, su cui è situato l’ingresso, accoglie la raffigurazione del Finimondo. In questi tre spazi, affrescati sempre da Signorelli, sono rappresentate le fasi che precederanno il Giudizio universale secondo le Sacre Scritture.
Nella cappella si conserva un autoritratto di Luca Signorelli: il pittore si è ritratto a margine della scena con le storie dell’Anticristo. Gli affreschi, caratterizzati da una spiccata padronanza del disegno e una straordinaria capacità di rappresentazione del corpo umano, costituiscono una delle massime espressioni della produzione artistica del Signorelli, strettamente connessa con la maturità pittorica dell’artista, così densa di spunti anche per i successori, primo tra tutti Michelangelo. 
Le invenzioni formali messe in scena nella cappella orvietana non cesserano di colpire l'immaginario dei visitatori attraverso i secoli: è nota la sconvolgente impressione che gli affreschi di Signorelli esercitarono su Sigmund Freud, nel settembre del 1897, talmente colpito dalla potente visione apocalittica, definita "la cosa più fantastica che abbia mai visto", da lasciare una traccia di sé nella genesi della psicoanalisi.

In occasione del cinquecentenario della morte dell'artista, gli affreschi della Cappella di San Brizio sono stati digitalizzati. La campagna fotografica ha interessato l’intera superficie dipinta per un totale di circa diecimila scatti. Attraverso il visore multimediale a 360° il visitatore può “entrare” virtualmente nella Cappella e selezionare l’affresco da scoprire in altissima definizione, per un'immersione totale nel capolavoro di Luca Signorelli.

Foto di copertina: Luca Signorelli, Dannati all'Inferno (dettaglio), Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto