Georg Baselitz. Belle Haleine
Nella città Ideale di Sabbioneta un omaggio all'arte del maestro tedesco
Nel sito Unesco di Sabbioneta, città ideale fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna nella seconda metà del ‘500, la Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino ospita la mostra Belle Haleine di Georg Baselitz, figura di spicco nel mondo dell’arte contemporanea e unanimemente considerato quale uno dei più grandi artisti viventi.
Sotto i soffitti lignei e lungo le ventisei arcate della Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino, la seconda più lunga galleria affrescata d’Italia dopo quella degli Uffizi, sono esposti imponenti sculture, grandi dipinti su tela e, per la prima volta in Italia tutte insieme, dieci provocatorie incisioni, provenienti da collezioni private e dalle gallerie internazionali Thaddaeus Ropac e Cristea Roberts, di Georg Baselitz, artista che il pubblico di tutto il mondo ha imparato a conoscere e apprezzare per il proprio tratto vigoroso e spietato e per la consuetudine di rappresentare le figure capovolte, vero e proprio cantore dello struggimento e delle angosce del ‘900.
Di fondamentale importanza per capire l’opera di Georg Baselitz è la forte connessione che lo lega all’arte di Marcel Duchamp: il titolo stesso della mostra, infatti, è un riferimento diretto all’opera omonima Belle Haleine, Eau de Voilette (Bel respiro, acqua di velo), realizzata da Marcel Duchamp e Man Ray nel 1920.
Insieme con sculture mastodontiche e grandi dipinti su tela, sono esposte in mostra dieci incisioni, linoleografie stampate a mano di grandi dimensioni, ognuna di oltre due metri di altezza, che raffigurano scene tratte da litografie erotiche del Diciannovesimo secolo, in cui compaiono coppie amoreggianti parzialmente vestite.
Le incisioni furono esposte per la prima volta da Baselitz nel 2003 al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia).
L’aggiunta di buchi bianchi a coprire i genitali di ogni coppia di amanti, variazione inserita nell’ambito dell’edizione di ciascuna immagine, può essere quindi interpretata come un atto di autocensura, ma sarebbe una spiegazione solo parziale: “un buco nel quadro permette all’immaginazione di girare intorno, come il buco in un disco, attorno al quale suona la musica”.
Tutte le incisioni sono state realizzate utilizzando il linoleum, un materiale malleabile che ha permesso all’artista di lavorare con facilità su scala monumentale per quanto riguarda l’uso dello spazio negativo, la leggerezza della linea di taglio e l’eleganza dei tratti ripetuti, brevi e dinamici.
Georg Baselitz con la scultura Donna Via Venezia nel suo studio a Schloss Derneburg, 2004 ©Benjamin Katz
Georg Baselitz
Hans-Georg Kern, questo il nome di battesimo dell’artista, nasce nel 1938 in Sassonia, zona che diventerà in seguito parte della Germania Est. Studia pittura all’Accademia d’Arte di Berlino Est, da cui viene espulso nel 1957 per quella che viene definita “immaturità socio-politica”, per non essersi conformato agli standard artistici della RDT. Si iscrive quindi all’Accademia di Berlino Ovest e termina gli studi nel 1963. In questo periodo adotta il cognome Baselitz, che riflette il luogo di nascita, cioè Deutschbaselitz. La sua prima mostra personale ha luogo nel 1963 a Berlino, con notevoli polemiche e la confisca di alcuni suoi dipinti da parte delle autorità tedesche per indecenza pubblica. A metà degli anni Sessanta, Baselitz compone una serie di dipinti raffiguranti figure monumentali che compongono la serie degli Eroi (“Helden”) e sono stati influenzati dalle stampe manieriste italiane che ha potuto vedere a Firenze nel 1965 durante una borsa di studio. Quattro anni più tardi, nel 1969, introduce nella propria arte quello che è divenuto il tratto distintivo per i successivi 50 anni: le immagini capovolte, tecnica che utilizza per allenare lo sguardo dello spettatore a resistere a un’interpretazione descrittiva dell’opera e stimolarlo a concentrarsi puramente sul segno, che diventa in questo modo il vero soggetto delle opere. Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il suo lavoro diventa più denso e lavorato, affermandosi a livello internazionale con le mostre alla Biennale di Venezia del 1980 e a Documenta del 1982. Nel 2021 è stato eletto membro associato straniero della prestigiosa Académie des Beaux-Arts, una delle cinque istituzioni che compongono l’Institut de France. Il 2023 ha segnato il suo 85° compleanno, celebrato con mostre in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Prolifico incisore, Baselitz si cimenta in vari processi tecnici, lavorando molto con la xilografia, la linoleografia e l’acquaforte. Descrive le qualità di resistenza delle lastre di rame, dei blocchi di legno e dei blocchi di linoleum come forze creative nella sua arte e ha definito le stampe come dotate di un “potere simbolico che non ha nulla a che vedere con un dipinto”. Oltre a possedere una propria incisorìa, Baselitz preferisce collaborare con una selezione di importanti studi e maestri stampatori per realizzare le sue opere grafiche. I suoi dipinti, le sue sculture e le sue incisioni sono presenti nelle collezioni permanenti dei principali musei e nelle più accreditate gallerie e collezioni private del mondo: è unanimemente considerato come uno dei maggiori artisti viventi.
Sotto i soffitti lignei e lungo le ventisei arcate della Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino, la seconda più lunga galleria affrescata d’Italia dopo quella degli Uffizi, sono esposti imponenti sculture, grandi dipinti su tela e, per la prima volta in Italia tutte insieme, dieci provocatorie incisioni, provenienti da collezioni private e dalle gallerie internazionali Thaddaeus Ropac e Cristea Roberts, di Georg Baselitz, artista che il pubblico di tutto il mondo ha imparato a conoscere e apprezzare per il proprio tratto vigoroso e spietato e per la consuetudine di rappresentare le figure capovolte, vero e proprio cantore dello struggimento e delle angosce del ‘900.
La mostra espone alcune delle opere più significative della carriera di Baselitz ed evidenzia la poliedricità di un pioniere dell’arte.Il nome Belle Haleine è tratto da un'opera d'arte di Marcel Duchamp, artista a cui Baselitz fa spesso riferimento, con risentimento per la tesi da questi proposta, all'inizio del Ventesimo secolo: la pittura è morta. Baselitz continua a minare questa affermazione attraverso pastiche dipinti delle parole e delle opere di Duchamp, in una sorta di "elaborazione attraverso un avversario".
Mario Codognato, curatore della mostra
Di fondamentale importanza per capire l’opera di Georg Baselitz è la forte connessione che lo lega all’arte di Marcel Duchamp: il titolo stesso della mostra, infatti, è un riferimento diretto all’opera omonima Belle Haleine, Eau de Voilette (Bel respiro, acqua di velo), realizzata da Marcel Duchamp e Man Ray nel 1920.
Insieme con sculture mastodontiche e grandi dipinti su tela, sono esposte in mostra dieci incisioni, linoleografie stampate a mano di grandi dimensioni, ognuna di oltre due metri di altezza, che raffigurano scene tratte da litografie erotiche del Diciannovesimo secolo, in cui compaiono coppie amoreggianti parzialmente vestite.
Le incisioni furono esposte per la prima volta da Baselitz nel 2003 al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia).
L’aggiunta di buchi bianchi a coprire i genitali di ogni coppia di amanti, variazione inserita nell’ambito dell’edizione di ciascuna immagine, può essere quindi interpretata come un atto di autocensura, ma sarebbe una spiegazione solo parziale: “un buco nel quadro permette all’immaginazione di girare intorno, come il buco in un disco, attorno al quale suona la musica”.
Tutte le incisioni sono state realizzate utilizzando il linoleum, un materiale malleabile che ha permesso all’artista di lavorare con facilità su scala monumentale per quanto riguarda l’uso dello spazio negativo, la leggerezza della linea di taglio e l’eleganza dei tratti ripetuti, brevi e dinamici.
Georg Baselitz con la scultura Donna Via Venezia nel suo studio a Schloss Derneburg, 2004 ©Benjamin Katz
Georg Baselitz
Hans-Georg Kern, questo il nome di battesimo dell’artista, nasce nel 1938 in Sassonia, zona che diventerà in seguito parte della Germania Est. Studia pittura all’Accademia d’Arte di Berlino Est, da cui viene espulso nel 1957 per quella che viene definita “immaturità socio-politica”, per non essersi conformato agli standard artistici della RDT. Si iscrive quindi all’Accademia di Berlino Ovest e termina gli studi nel 1963. In questo periodo adotta il cognome Baselitz, che riflette il luogo di nascita, cioè Deutschbaselitz. La sua prima mostra personale ha luogo nel 1963 a Berlino, con notevoli polemiche e la confisca di alcuni suoi dipinti da parte delle autorità tedesche per indecenza pubblica. A metà degli anni Sessanta, Baselitz compone una serie di dipinti raffiguranti figure monumentali che compongono la serie degli Eroi (“Helden”) e sono stati influenzati dalle stampe manieriste italiane che ha potuto vedere a Firenze nel 1965 durante una borsa di studio. Quattro anni più tardi, nel 1969, introduce nella propria arte quello che è divenuto il tratto distintivo per i successivi 50 anni: le immagini capovolte, tecnica che utilizza per allenare lo sguardo dello spettatore a resistere a un’interpretazione descrittiva dell’opera e stimolarlo a concentrarsi puramente sul segno, che diventa in questo modo il vero soggetto delle opere. Negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il suo lavoro diventa più denso e lavorato, affermandosi a livello internazionale con le mostre alla Biennale di Venezia del 1980 e a Documenta del 1982. Nel 2021 è stato eletto membro associato straniero della prestigiosa Académie des Beaux-Arts, una delle cinque istituzioni che compongono l’Institut de France. Il 2023 ha segnato il suo 85° compleanno, celebrato con mostre in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Prolifico incisore, Baselitz si cimenta in vari processi tecnici, lavorando molto con la xilografia, la linoleografia e l’acquaforte. Descrive le qualità di resistenza delle lastre di rame, dei blocchi di legno e dei blocchi di linoleum come forze creative nella sua arte e ha definito le stampe come dotate di un “potere simbolico che non ha nulla a che vedere con un dipinto”. Oltre a possedere una propria incisorìa, Baselitz preferisce collaborare con una selezione di importanti studi e maestri stampatori per realizzare le sue opere grafiche. I suoi dipinti, le sue sculture e le sue incisioni sono presenti nelle collezioni permanenti dei principali musei e nelle più accreditate gallerie e collezioni private del mondo: è unanimemente considerato come uno dei maggiori artisti viventi.
Foto di copertina: Blauer Baum (Albero azzurro), 2009, Olio su tela 280 x 205 cm, Collezione privata ©Georg Baselitz 2024
Georg Baselitz. Belle Haleine
Galleria degli Antichi, Sabbioneta (MN), 27 aprile - 24 novembre 2024