Sembra vivo!

Sembra vivo!

L'inganno visivo dell'arte iperrealista

26 Mag 2023 > 26 Ago 2023
Sembra vivo!
La mostra Sembra vivo! a Palazzo Bonaparte di Roma propone una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che rivela il carattere internazionale del movimento iperrealista che, dagli anni Settanta in poi, si è costantemente evoluto adottando tecniche sempre nuove e variegate di modellazione, fusione e pittura della materia, per raggiungere livelli sempre più alti nella rappresentazione realistica della figura umana.

Quarantatré le opere esposte firmate da ventinove grandi nomi dell’arte iperrealista a livello internazionale: dalle creazioni scenografiche di chi viene dal mondo del cinema come Ron Mueck fino alla rappresentazione “sacra e violenta” di Berlinde de Bruyckere; dall’artista dello scandalo Maurizio Cattelan, presente con opere iconiche quali i piccioni dell’installazione “Ghosts”, passando ai mondi psichedelici e fiabeschi di Carsten Höller, fino alla coppia più discussa degli ultimi anni: Elmgreen&Dragset. E poi ancora Sam Jinks, Patricia Piccinini, John DeAndrea, Carole A. Feuerman, George Segal, Brian Booth Craig e molte altre “super star” del contemporaneo.

Le sculture iperrealistiche emulano le forme, i contorni e le texture del corpo umano o sue singole parti creando una strabiliante illusione visiva e un’estrema verosimiglianza; sculture a grandezza naturale di persone comuni che imitano la presenza molto palpabile di un altro essere umano. 

Sembra vivo! è una mostra “supervisiva” che, tra arte e filosofia, porta a una riflessione sul significato dell'essenza del visibile attraverso opere e figure anonime a grandezza naturale che riproducono - in modo quasi maniacale - la realtà, con grande attenzione per i dettagli più infinitesimali che creano un impatto quasi surreale, in cui l'osservatore è automaticamente portato ad interrogarsi sull'efficacia della mimesis e sulla veridicità dell'illusione, in una rappresentatività che supera il Realismo e travalica il senso del vero.


Ron Mueck: Untitled (Man in a sheet), 1997. Silicone, vetroresina, lattice, poliuretano espanso, tessuto. Edizione 1/1 + 1 AP 34x48,5x50 cm Olbricht Collection Image Courtesy: Olbricht Collection e Anthony D'Offay, London Photo: Joachim Fliegner, Brem

La mostra - ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario, prodotta e organizzata da Arthemisia, 
offre, in sei sezioni, una panoramica della traiettoria dell'iperrealismo, rivelando quanto la rappresentazione della forma umana sia stata soggetta a continui cambiamenti.

In un’epoca di globalismo e connessioni massmediatiche, questi lavori offrono riflessioni intime e tangibili sulla condizione umana e, al tempo stesso, si ricollegano al desiderio antico e potente di esaminare la nostra esistenza attraverso la lente dell’arte figurativa. 
Otto Letze, Istituto per gli scambi culturali, Tubinga

Prima sezione - Mosse ingannevoli: Cloni umani
Tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, Duane Hanson e John DeAndrea realizzarono sculture che sembravano persone in carne e ossa, utilizzando processi estremamente laboriosi dal punto di vista tecnico.
L'alto grado di realismo delle loro opere trasmette l'illusione di una reale corporeità, e l'effetto risultante è così convincente da renderle vere e proprie repliche umane. Le opere di questi artisti hanno avuto un'influenza decisiva sui successivi sviluppi della scultura negli ultimi cinquant'anni.
Le generazioni seguenti di artisti adottano questa pratica portandola ancora più avanti. Come uno specchio della condizione umana, queste opere rivelano in che modo è cambiata la percezione che gli esseri umani hanno dell'immagine di sé nel ventesimo e ventunesimo secolo.

Seconda sezione - Nobile semplicità: sculture monocromatiche
Dopo anni di predominio dell'arte astratta, le sculture monocromatiche di George Segal hanno aperto nuovamente le porte alla possibilità di rappresentazioni realistiche della figura umana. Seguendo le sue orme, le generazioni successive di artisti hanno continuato a sviluppare un interesse per la scultura realista. L'assenza di colorazione naturale tende inizialmente a ridurre l'effetto realistico, ma serve anche ad esaltare ulteriormente le qualità estetiche della forma umana. Artisti come Robert Graham e Brian
Booth Craig hanno saputo utilizzare al meglio questo effetto, creando opere come mezzo per interrogarsi sulla natura umana universale.

Terza sezione - Pezzo per pezzo: Parti del corpo
Tra i precursori dell’Iperrealismo non si può non annoverare la scultrice americana Carole A. Feuerman, i cui famosi nuotatori sembrano essere in completa armonia con sé stessi, introversi e autodeterminati. In seguito, a partire dagli anni Novanta, molti artisti hanno iniziato a dare una forma nuova e personalizzata all'effetto iperrealista. Invece di creare l'illusione di una corporeità perfetta, di un'entità unica, si sono concentrati su parti specifiche del corpo umano, utilizzandole come veicolo per messaggi umoristici o persino inquietanti; ne è un esempio l’opera di Maurizio Cattelan, in cui le braccia separate dal resto del corpo richiamano associazioni con la storia contemporanea.

Quarta sezione - Cambio di prospettiva: il corpo in scala
Negli anni Novanta, l'artista australiano Ron Mueck ha rivoluzionato la scultura figurativa con le sue opere in formati insoliti. Ampliando o riducendo radicalmente le dimensioni delle sue figure intende concentrare l'attenzione su temi esistenziali come la nascita o la morte. Artisti come Sam Jinks e Marc Sijan catturano la fragilità della vita nelle loro rappresentazioni della fisionomia umana - rappresentazioni che, nonostante siano parzialmente più piccole della grandezza naturale, risultano comunque
sorprendentemente realistiche. Al contrario, le opere sovradimensionate di Zharko Basheski producono un effetto di distanziamento, collocando l'uomo e lo spettatore in una nuova prospettiva.

Quinta sezione - La manipolazione del sé: Realtà deformate
Negli ultimi decenni, gli innumerevoli progressi compiuti dalla scienza e le nuove prospettive sul mondo nell'era della comunicazione digitale hanno portato a un cambiamento radicale nel modo in cui comprendiamo la realtà. Influenzati dalla realtà virtuale, artisti come Evan Penny e Patricia Piccinini hanno iniziato a osservare i corpi da prospettive distorte. Tony Matelli sfida le leggi della natura, mentre Berlinde DeBruyckere, con i suoi corpi contorti, mette in discussione la morte e il carattere effimero
dell'esistenza umana. Il valore e il significato della vita è uno dei temi cardini della scultura iperrealista.

Sesta sezione – Oltre la specie  
Una sezione è dedicata al mondo animale con opere, tuttavia, dove le gli animali sono frutto di mutazioni, allevamenti, innesti. Insomma di un predominio antropocentrico che ci mette di fronte ancora una volta alle ambiguità percettive di una natura artificiale, sintetica, contraffatta.

Foto in copertina: Kazu Hiro, Andy Warhol (dettaglio), 2013.
Silicone polimerizzato al platino, capelli umani, resina, supporto cromato 213x91x91 cm Collezione dell'artista. Image Courtesy: l’artista