Giovanni Fattori

Capolavori e aperture sul '900 alla GAM di Torino

La pittura di Giovanni Fattori si ricongiunge strettamente al nostro grande passato [...] che si compendia nei nomi di Giotto, di Masaccio, di Paolo Uccello, di Piero della Francesca. La sua pittura è principio e legge della realtà contemplata, mezzo unico universale per esprimere attraverso i più umili oggetti della natura i più umani sentimenti e le più profonde emozioni.
Oscar Ghiglia, 1913


Tra i maestri assoluti dell’Ottocento italiano, Giovanni Fattori (Livorno 1825 - Firenze 1908) ha interpretato in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale a cui seppe infondere, analogamente ai ritratti, nuova dignità e solennità, segnando il passaggio dalla pittura accademica al vero di natura.
La monografica su Giovanni Fattori, proposta alla GAM di Torino, si riallaccia all'esposizione dedicata ai Macchiaioli nel 2018 - 2019, ed analizza l'intero percorso creativo dell'artista livornese con sessanta capolavori, tra cui tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti, "vera palestra di invenzioni figurative" e tecnica in cui Fattori seppe esprimersi con indiscussa maestria meritando la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900.
Il progetto espositivo, curato da Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti, si articola in nove sezioni e copre un arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894, dalla stagione della sperimentazione macchiaiola e da opere capitali degli anni Sessanta e Settanta, fino alle tele dell’età matura, che rivelano lo sguardo acuto e innovatore di un artista capace di aperture sull’imminente Novecento.

La vicenda artistica di Fattori costituisce un'eccezione rispetto ai percorsi dei pittori macchiaioli che rimasero a lungo non compresi al loro tempo. L'artista livornese incontra, già nel corso dell’Ottocento, anche il gusto dei torinesi, come testimonia la sua presenza  alle mostre allestite in città - sia alle manifestazioni annuali della Società Promotrice di Belle Arti di Torino sia alle Esposizioni Nazionali - dalla primavera del 1863 e fino al 1902. Soprattutto, Fattori si distingue per la fedeltà al genere della pittura militare, praticato dai suoi compagni di strada episodicamente, in occasione della prima guerra d'Indipendenza. Per il maestro toscano l'interesse per i soggetti militari, sollecitato dall'arrivo a Firenze delle truppe francesi, ritratti nel celebre studio Soldati francesi del '59, rimane costante ed è l'occasione per indagare nuovi aspetti della vita e della società senza retorica, sperimentando le tecniche più aggiornate sulla sintesi di forma-colore della pittura macchiaiola. Ne scaturisce un'ampia produzione di episodi della storia contemporanea, scene evocative della vita dei soldati quali Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1859), opera imponente con la quale Fattori  vinse il Concorso Ricasoli bandito dal governo provvisorio toscano nel settembre del 1859, Garibaldi a Palermo (1860 -1862), L'Assalto alla Madonna della Scoperta (1866-1867).
Tra gli esempi più alti raggiunti dall'artista nella declinazione del soggetto militare, In vedetta (1872, noto anche come Il muro bianco), nel quale – ha scritto Giulio Carlo Argan – “l’episodio dei cavalleggeri in avanscoperta in un luogo deserto e assolato coincide con l’‘universale' dello spazio geometrico e della luce assoluta.

Una  moderna pittura di battaglie, non di epica esaltazione patriotttica bensì di laconica ma profondamente umana rappresentazione degli aspetti di dolore, di fatica, di morte, inesorabilmente connessi alla guerra. 
Silvestra Bietoletti, curatrice della mostra


Giovanni Fattori: L’assalto alla Madonna della Scoperta (studio), 1866-67 Olio su tavola. Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio

Le ricerche compositive e cromatiche di Fattori si innestano sullo studio delle "regole armoniche" proprie della tradizione quattrocentesca toscana. I riferimenti alla tradizione pittorica costituiscono un elemento imprescindibile del linguaggio figurativo dell'artista che prosegue nella sperimentazione di nuove soluzioni luministiche e cromatiche, in particolare dal 1863, quando lascia Firenze per ritornare a Livorno e, successivamente, nei soggiorni a Castiglioncello, dove  si dedica soprattutto al ritratto e al paesaggio, maturando una personale idea del "vero". 
E' la stagione in cui Fattori compone opere fondamentali del suo percorso  tra le quali Il ritratto della prima moglie Settimia Vannucci (1865), Le macchiaiole (1866), La signora Martelli a Castiglioncello (1867-1870). Il repertorio si amplia alle scene di vita urbana dell'Italia postunitaria, come ad  esempio nel dipinto Viale Principe Amedeo a Firenze (1880) mentre continuano ad essere esplorati il mondo rurale e i suoi protagonisti in dipinti memorabili per sensibilità di trasposizione visiva: Il mercato di San Godenzo (1882), Buttero (1882) Gotine rosse (1882), La strada bianca (1887).
Tra i capolavori eseguiti nella tarda maturità proposti in mostra: Il bersagliere (1885-1890), il Ritratto della seconda moglie (1889) appartenuto al collezionista torinese Riccardo Gualino, l'Autoritratto (1894).


Giovanni Fattori: Pastura maremmana (Cavalli al pascolo), c.1872. Olio su tela. Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio

A concludere il percorso espositivo, La mena in Maremma (1890), eseguito sulla scorta di appunti presi alla Marsiliana, ospite del principe Corsini, nel 1886, colloquia con alcuni dipinti esemplificativi dell'importanza che la pittura di Fattori ebbe per il rinnovamento del linguaggio figurativo nel Novecento. Quattro opere di artisti che furono allievi di Fattori o che ebbero la possibilità di apprenderne la lezione in maniera diretta: Plinio Nomellini, Amedeo Modigliani, Oscar Ghiglia e Lorenzo Viani; e due dipinti, uno di Carlo Carrà e uno di Giorgio Morandi, entrambi conservati alla GAM di Torino, paradigmatici dell'influenza che la riscoperta critica dell'artista ebbe all'indomani della prima guerra mondiale per l'evoluzione dell'arte moderna in Italia.

Fattori.Capolavori e aperture sul ’900
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,
Torino 14 ottobre 2021 - 20 marzo 2022

In copertina: Giovanni Fattori, Autoritratto (dettaglio), 1894. Istituto Matteucci, Viareggio © Istituto Matteucci, Viareggio