Napoleone Bonaparte, icona cinematografica del potere

Più di 700 trasposizioni cinematografiche. Ecco le più famose

La storia del cinema si è incrociata molto spesso con quella, straordinaria, di Napoleone Bonaparte. Il condottiero per eccellenza, icona del potere. Di più: uomo fascinoso, chiuso nel suo mistero, inaccessible. Sono infatti più di 700 le trasposizioni cinematografiche (e, pare, circa 350 quelle televisive) che hanno attinto a piene mani alle vicende di uno dei personaggi storici più conosciuti e intriganti della Storia. Produzioni italiane, francesi, inglesi e americane.

Anche tra i registi, grandi e meno, sono tanti quelli che hanno voluto ritrarlo e tantissimi quelli che hanno tenuto nel cassetto un progetto cinematografico legato a Napoleone e che hanno dovuto, per qualche motivo, rinunciarvi. Ad esempio Stanley Kubrick, che per 30 anni rimuginò sulla realizzazione di un kolossal dedicato all’epopea di Bonaparte. Per interpretarlo aveva pensato a Marlon Brando. Poi aveva cambiato idea e la sua scelta era caduta su un giovane attore, Jack Nicholson che allora aveva appena finito di girare Easy Rider.  Furono le differenze di vedute con le varie produzioni coinvolte che lo indussero a rimettere il sogno, e il copione, nel cassetto. Un altro nome stellare, Charlie Chaplin, negli anni Quaranta voleva dedicare a Napoleone un film satirico. Alla fine al generale francese preferì il furer tedesco Adolf Hitler che diventò il protagonista ridicolizzato de Il Grande Dittatore

Il 5 maggio 2021, in occasione del 200esimo anniversario della sua morte, Rai Cultura vuole ricordare il più grande condottiero e stratega dell'era moderna con le immagini di alcuni dei film che lo hanno celebrato.

Nel ricordare i film più famosi sulla vita di Napoleone Bonaparte, è doveroso iniziare dalla pellicola del 1927 di Abel Gance, Napoléon, se non altro perché fu la prima in assoluto. Racconta del periodo giovanile del futuro imperatore, dalla scuola militare di Brienne fino alla Campagna d’Italia del 1796. Interpretato dall'attore Albert Dieudonné, Napoléon è stato realizzato con tecniche di ripresa incredibilmente moderne per gli anni Venti, come la scena della battaglia a palle di neve tra i giovani della scuola allievi ufficiali o l’arrivo epico della Grande Armée in Italia. Il film di Gance non ottenne il successo sperato ma nel 1981, Francis Ford Coppola volle restaurarlo e rimontarlo, dandogli tempi più veloci e restituendo tono ai colori e smalto agli effetti sonori.

Tra le produzioni che hanno voluto privilegiare il lato romantico della vita di Napoleone è d'obbligo citare il film Maria Walewska (1937) di Clarence Brown, che racconta, avvalendosi della recitazione di due mostri sacri come Greta Garbo e Charles Boyer, la passionale e struggente storia d'amore tra il generale e la contessa polacca Waleska. Qui Napoleone Bonaparte fa una corte spietata alla bella contessa che però è sposata. La donna tenta di resistere al fascino del conquistatore ma alla fine cede. Il marito le concede l’annullamento mentre Napoleone divorzia da Josephine: in teoria non esistono più ostacoli all'unione dei due innamorati ma, a sorpresa, lui annuncia le sue nozze con l’arciduchessa Maria Luisa d’Austria. La ragione di Stato vince sull'amore. 

Negli anni Cinquanta, grazie ad Hollywood, arriva nelle sale cinematografiche Désirée, tratto dal bestseller di Annemarie Selinko, diretto da Henry Koster. Sul set Marlon Brando e Koster non vanno d'accordo. L'attore americano critica l'immagine del protagonista che è nella testa del regista: troppo caricaturale. Alla fine è quest'ultimo a cedere e Brando, in un'interpretazione molto personale, si affida alla recitazione inappuntabile della sua partner, Jean Simmons che per con la sua Desirée si aggiudica una nomination all'Oscar. La critica dirà del film:

Perfettamente riuscito dal punto di vista tecnico e spettacolare, ha scarso rispetto della verità storica. Ottima la recitazione dei protagonisti: Jean Simmons fa di Desirée una dolce e gentile figura; Marlon Brando dà al personaggio di Napoleone una interpretazione del tutto personale
Segnalazioni Cinematografiche, vol. 37, 1955

Veniamo all'Italia. Tra i migliori film dedicati alle vicende di Bonaparte c'è anche una produzione nostrana: N. (io e Napoleone), firmato da Paolo Virzì nel 2007. Tratto dall'omonimo romanzo si Ernesto Ferrero, la pellicola vede nel cast Daniel Auteil nei panni di Napoleone, Monica Bellucci in quelli della baronessa Emilia Speziali ed Elio Germano in quelle del giovane idealista Marino Papucci. La vicenda si svolge sull'Isola d'Elba dove Bonaparte approda in esilio forzato. In N. io e Napoleone la riflessione si sposta sul concetto di potere. 

Napoleone, esiliato sull'isola d'Elba, sembra essere un vecchio attore che ha paura di aver perduto il proprio pubblico
Emiliano Bartocchi

Al centro della trama c'è il rapporto tra il grande generale caduto in disgrazia e il suo scrivano, Marino Papucci, consumato da sentimenti e pulsioni contrastanti nei confronti di Napoleone. Inizialmente vorrebbe ucciderlo per vendicare le tante morti causate dalla sua brama di potere ma finisce per prevalere il fascino che l'ex imperatore esercita anche su di lui. 

L'ultima pellicola della selezione è del 1970 e si intitola Waterloo. Diretta dal russo Sergej Bondarcuk, come dice il titolo si sofferma sui Cento Giorni che precedono la sconfitta finale subita da Napoleone nel 1815, inflitta all'esercito francese dalle truppe prussiane del federmaresciallo Gebhard Leberecht von Bluecher, alleate con le truppe britanniche del Duca di Wellington. Prodotto da Dino De Laurentis e co-sceneggiato da Mario Soldati, il film di Bondarcuk vanta un cast di tutto rispetto: da Rod Stiger nei panni di Napoleone a Christopher Plummer in quelli del Duca di Wellington. E addirittura Orson Welles (re Luigi VIII), oltre ai nostri Orso Maria Guerrini, Andrea Checchi e Orazio Orlando. La critica sottolineò negativamente le tante inesattezze storiche che il film contiene. Dal punto di vista economico fu una vera débâcle, i costi superarono di gran lunga gli incassi. Cio' nonostante Waterloo nel 1971 vinse il Nastro d'argento per il Miglior film e, lo stesso anno, il British Academy Film Awards per la Migliore sceneggiatura e i migliori costumi.