Bambini e televisione. L'intrattenimento

Istruzioni per l'uso

Il filmato, tratto dalla trasmissione di Rai Educational Mediamente del 1997, analizza il rapporto tra i bambini e i media, la televisione e l’intrattenimento in generale.
Francesco Siliato, docente di Teoria e tecnica della comunicazione di massa al Politecnico di Milano, introduce un grafico che mostra la ripartizione dell’offerta d’intrattenimento sulle reti generaliste nazionali. La presenza cospicua dei film sposta il problema del controllo cinematografico anche sulla televisione.
Un intervento del filosofo Karl Popper (Vienna, 1902 – Londra, 1994) individua la differenza tra televisione e cinema nelle diverse modalità di fruizione, soprattutto in età infantile. I bambini che passano gran parte del loro tempo davanti al piccolo schermo, confondono la realtà, non riuscendo più a distinguerla.
Attraverso il mezzo televisivo si può veicolare cultura, formazione, educazione. Per il filosofo Karl Popper è urgente porre un controllo sulla televisione, diventata un fattore predominante nella vita delle persone e soprattutto dei bambini che subiscono un invito alla violenza.

Chiunque sia collegato alla produzione televisiva deve avere una patente, una licenza, un brevetto, che gli possa essere ritirato a vita qualora agisca in contrasto con certi principi.
Karl Popper

La psicologa Anna Oliverio Ferraris rileva come la televisione eserciti il bambino a porre attenzione agli stimoli visivi. Si corre però il rischio di abituarli al solo linguaggio e ai tempi televisivi che, per la loro durata, sempre più breve, impediscono la riflessione, favorendo lo sviluppo di un’attitudine passiva. Dobbiamo quindi imparare ad usare gli audiovisivi, sempre maggiormente presenti nella nostra vita, a vantaggio, soprattutto, delle nuove generazioni.