Donatella Di Cesare. La filosofia del linguaggio

L'importanza dell'indagine linguistica

Come nasce la filosofia del linguaggio? A parlare per la prima volta di "filosofia delle lingue" è Johann Gottfried Herder, perché tradizionalmente la speculazione filosofica non si era occupata a fondo del linguaggio percependolo più che altro come un "inciampo". Donatella Di Cesare fa quindi notare come la filosofia del linguaggio sia una disciplina relativamente recente, consolidatasi soprattutto nel XX secolo. Ciononostante non si comprenderebbe l'attuale filosofia del linguaggio se non si tenesse conto della riflessione che sul linguaggio stesso è stata compiuta nei secoli precedenti. La differenza principale sta nel fatto che il XX secolo ha cominciato a tematizzare il linguaggio in sé e per sé, senza la mediazione ontologica caratteristica dell'età antica e del Medioevo e senza l'interesse prettamente gnoseologico che gli ha riservato la filosofia moderna.

Molte sono le discipline che si occupano del linguaggio, dalla glottologia alla biologia. Uno dei grandi limiti della filosofia del linguaggio è stato proprio quello di trascurare l'indagine empirica delle lingue, rischiando così di ridursi a un livello troppo astratto. D'altra parte le scienze del linguaggio hanno bisogno di cooperare con la filosofia, perché il filosofo è deputato, per esempio, ad occuparsi del rapporto tra linguaggio e arte o tra lingua e scrittura.

In che modo la filosofia del linguaggio può misurarsi con la cosiddetta "svolta iconica" ossia con la supremazia dell'immagine sulla parola? Oppure come può interpretare la anglizzazione imperante nelle lingue contemporanee? Questi alcuni dei quesiti che la contemporaneità pone alla filosofia del linguaggio. Più profondamente, il suo compito principale è quello di farci passare da un sapere intuitivo a un sapere riflessivo riguardo quello strumento quotidiano che è il linguaggio.

 

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