Marco Francesconi. Autenticità e ambiguità

Dall'autosufficienza alla negazione del conflitto

Marco Francesconi esamina i concetti di autenticità e ambiguità.
Secondo Francesconi, la parola “autentico” è di per sé già ambigua: se la intendiamo come autosufficienza (centrata sul senso di αὐτός, autosufficiente), siamo nell’area del narcisismo, del non avere bisogno dell’altro. Ma il narcisista è, invece, il soggetto che ha più bisogno dell’altro proprio per poter affermare la propria autosufficienza; il narcisista ha bisogno dell’altro per distruggerlo, per insultarlo, anziché per consultarlo o per trovare una forma di relazione con lui. La parola "autentico", però, si può interpretare anche in un senso diverso, cioè come verità capace di nutrire e di dare spazio alla crescita, una verità intesa non in senso assoluto, ma come coerenza tra quello che il soggetto prova e quello che riesce ad esprimere.

Wilfred Bion parlava di un’autenticità e di una verità, soprattutto, come cibo della mente, quindi capace di nutrire, di dare spazio e risorse alla crescita
Marco Francesconi

Il concetto di ambiguità, per Francesconi, può essere inteso come una delle forme difensive che cercano di risolvere il problema evitando il conflitto, attraverso la negazione dell’esistenza del conflitto stesso.

Se, tradizionalmente, l’area nevrotica è un’area che cerca di risolvere il conflitto fuggendo […], l’area dell’ambiguità risolve il problema dicendo che non esiste alcun conflitto. E, quindi, si perde tutta la forma di relazioni fra parti del sé, fra soggetti, fra strutture che si articolano nel campo relazionale
Marco Francesconi

L’ambiguità viene intesa come uno stato primordiale della mente da sottoporre a continua rielaborazione.

Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2017, in occasione del Festival del Pensare

Marco Francesconi insegna Psicologia Dinamica presso l’Università degli Studi di Pavia. È medico, specialista in Neurologia e in Psichiatria, Psicoterapeuta Psicoanalitico. Già socio dell’Associazione Studi Psicoanalitici (ASP, Milano) è ora Associato all’Istituto Italiano Psicoanalisi di Gruppo (IIPG-EFPP) e membro dell’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica della Svizzera Italiana (APPsi, Lugano). Docente di Teoria Psicoanalitica presso le scuole di psicoterapia dell’Associazione Italiana Psicoterapia Psicoanalitica Infantile (AIPPI, Milano) e dell’IIPG di Milano. Si è interessato di problematiche connesse ai percorsi di crescita psicologica in particolare alla luce dei nuovi scenari imposti dai mutamenti sociali. Suoi lavori sono comparsi in volumi collettanei e in numerose riviste nazionali e internazionali. Ha curato – o compartecipato nella curatela con D. Scotto di Fasano – la pubblicazione di: L’appetito: un crimine? Adolescenza e cultura del limite (Milano 2004); L’interpretazione della colpa, la colpa dell’interpretazione (Milano 2005); Adolescenti: cultura del rischio ed etica dei limiti (con M.A. Zanetti, Milano 2009); Apprendere dal bambino. Riflessioni a partire dall’Infant Observation (con D. Scotto di Fasano, Roma 2009); L’ambiguità nella clinica, nella società, nell’arte (con D. Scotto di Fasano, Torino 2013); Il sonno della ragione. Saggi sulla violenza (Napoli 2014); La complessità della memoria. Neuroscienze, etica, filosofia, psicoanalisi (Milano 2014); Aree di confine. Cosa, corpo, parole tra filosofia e psicoanalisi (con D. Scotto di Fasano, Milano 2017).