L'intelligenza artificiale e le trasformazioni del lavoro

Remo Bodei

Il filosofo Remo Bodei, intervistato in occasione della Lectio magistralis “Trasformazioni del lavoro. Macchine, intelligenza artificiale, educazione”, dedicata a Gerardo Marotta, fondatore dell'Istituto italiano per gli Studi Filosofici, a un anno dalla scomparsa, espone i punti fondamentali della sua lezione.
Macchina dal greco mēchanḗ vuol dire astuzia, per cui la meccanica era considerata un’arte contro natura, a differenza della medicina che assecondava i processi naturali di guarigione.
Solo con Galilei le macchine e la meccanica acquistano uno statuto scientifico e vengono introdotte nell’utilità sociale. La rivoluzione industriale inizia con la costruzione dei telai, che come tutte le macchine iniziano a produrre troppo rispetto alle possibilità di consumo, scatenando reazioni violente dei lavoratori. Oggi esiste la macchina autonoma, mossa da algoritmi, ossia da procedure di intelligenza artificiale, inserite al loro interno. All’origine di questo nuovo tipo di macchina c’è il filosofo Leibniz che aveva parlato di pensieri ciechi, ossia irrappresentabili: come le formule algebriche, che sono irrappresentabili, così i pensieri umani per quanto riguarda il calcolo possono essere supportati delle macchine, separando la coscienza dalla conoscenza.
Le macchine dotate di intelligenza artificiale si stanno sempre più espandendo e rischiano di produrre una disoccupazione analoga a quella che ci fu nella prima rivoluzione industriale, per cui, secondo Bodei, scuola e società devono necessariamente correre ai ripari.


Remo Bodei è professore di Filosofia presso la University of California a Los Angeles, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa. Tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato anche di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. Ha inoltre indagato il costituirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e contemporaneo, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva. Tra i suoi libri: Ordo amoris(Bologna 1991); Geometria delle passioni (Milano 1991); Il noi diviso (Torino 1998); Le logiche del delirio (Roma-Bari 2000); Destini personali (Milano 2002); Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Bologna 2005); Piramidi di tempo. Storie e teorie del «déjà vu» (Bologna 2006); Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia(Milano 2008); La vita delle cose (Roma-Bari 2009); Ira. La passione furente (Bologna 2011); Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri (Milano 2013); Generazioni. Età della vita, età delle cose (Roma-Bari 2014); La vita delle cose (Bari-Roma 2014); La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel (Bologna 2014); La filosofia nel Novecento (e oltre) (Milano 2015); Limite (Bologna 2016); Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno (Bologna 2016); Le forme del bello (Bologna 1995, 2017 edizione ampliata). È Presidente del Comitato Scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.