Roberta de Monticelli. Fatti e valori

Fine di una dicotomia?

Roberta de Monticelli, intervistata al Festival della Filosofia di Modena 2018 Verità, parla della tesi della dicotomia tra fatti e valori, che in genere è letta come una negazione della possibilità di discutere ragionevolmente di valori, ossia negazione della tesi che il giudizio di valore possa essere vero o falso. Se il giudizio di valore non può essere vero o falso diventa vano confrontare le nostre opinioni in qualsiasi campo. La tesi della dicotomia ha due aspetti, uno innegabile, che è la differenza tra reale e ideale, tra i fatti e le norme, tra l’essere e il dover essere, l’altro, che intende la dicotomia come completa disgiunzione del regno dei fatti da quello dei valori, che deve essere invece superato. C’è tuttavia una tradizione di pensiero che ritiene la democrazia una civiltà legata alla negazione della tesi che ci sia verità e falsità in materia di valori. 

In una civiltà democratica ci sono due autorità che tutti riconosciamo, che sono la scienza e la libertà, la scienza che pone gli unici vincoli all’arbitrio delle differenti identità politiche e l’autorità della libertà che toglie invece tutti gli altri vincoli


La democrazia è la forma di vita civile che propone una sovranità non assoluta, ma diffusa tra i cittadini sovrani. Edmund Husserl e Altiero Spinelli sono le due grandi personalità che hanno fondato, in termini filosofici e filosofico politici, l’idea che ci sono vincoli posti alla nostra libertà dati dalla cognizione dei valori, la tesi del fondamento cognitivo della democrazia, per la quale esiste  la possibilità di discussione e di ricerca anche in materia di valori.

Nell’idea di Spinelli c’è un dato contingente,  la nazionalità, che deve passare in seconda linea rispetto al valore della difesa dell’individuo, come centro di vita autonomo, allo sviluppo del quale l’intero sistema della civiltà è funzionale. 



Roberta de Monticelli è professoressa di Filosofia della persona presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha contribuito a una reinterpretazione della tradizione fenomenologica e ha sviluppato una teoria dell’identità e della persona che si misura con le filosofie della mente e con le neuroscienze. Più di recente ha formulato un’etica civile per il tempo presente. Tra le sue opere: La conoscenza personale (Milano 1998); L’ordine del cuore (Milano 2003); L’allegria della mente (Milano 2004); Nulla appare invano. Pause di filosofia (Milano 2006); Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi (Torino 2006); Sullo spirito e l’ideologia. Lettera ai cristiani (Milano 2007); Ontologia del nuovo (et al., Milano 2008); La novità di ognuno. Persona e libertà (Milano 2009); La questione morale (Milano 2010); La questione civile (Milano 2011); Sull’idea di rinnovamento (Milano 2013); Al di qua del bene e del male. Per una teoria dei valori (Torino 2015); Il dono dei vincoli. Per leggere Husserl (Milano 2018).