Michele Caccamo. L'anima e il castigo

La storia di Hermann der Lahme

Michele Caccamo, intervistato in occasione del Bimed Excellence Award 2018, che si è svolto a Salerno l’11 dicembre 2018, parla del suo romanzo L'anima e il castigo. Il libro è liberamente ispirato alla vicenda Hermann der Lahme, erede di una nobile famiglia, nascosto agli occhi del mondo in un convento a causa della sua deformità nell’XI secolo. Dopo tutta una serie di eventi emerge  la grande spiritualità di Hermann, che riusciva a parlare con Dio attraverso gli elementi della natura. Nonostante le sue grandi qualità spirituali però gli era vietato di dire messa per il Canone 1029 del Codice di Diritto canonico, che impedisce ai portatori di handicap di celebrare funzioni religiose. 
Lo scopo del libro è quello di informare su una dimenticanza della Chiesa cattolica, che ancora ai nostri giorni non ha provveduto ad abrogare questo divieto. 

L'anima e il castigo è un viaggio spirituale verso l'introspezione e la necessità della preghiera, una spinta a rivedere le diffuse convinzioni su temi che ancora oggi lasciano interrogativi e incompiute verità.


Michele Caccamo (Taurianova, 21 dicembre 1959) è editore, poeta e scrittore italiano. Tra le varie rappresentazioni teatrali Il segno clinico di Alda, uno spettacolo teatrale tratto dal libro Dalla sua bocca – riscritture da undici appunti inediti di Alda Merini con la partecipazione di Maria Grazia Calandrone, Edoardo De Angelis e Luisella Pescatori e con la regia di Martino Palmisano. Per il magazine «Fare Music» cura la rubrica Parole e poesia di Caccamo. Per il magazine ceco «Cafè Boheme», la rubrica Musicafè – Suoni del mondo.
 È il direttore della collana Emersioni della casa editrice Castelvecchi ed è fondatore ed editore della casa editrice Il seme bianco.
 È il padre di Gabriele e dell’attore Cristiano Caccamo. Le sue opere sono state pubblicate e tradotte in Egitto, Yemen, Indonesia, Siria, Palestina, Sud Asia, Russia, Cile, Argentina, Messico, Spagna, Francia, Stati Uniti. È riconosciuto dal mondo della cultura araba come “Poeta della fratellanza”.