Alfonso Maurizio Iacono. Il mito della caverna  

Da Empedocle a Platone 

Alfonso Maurizio Iacono parla del mito platonico della caverna, metafora dell’esistenza umana, individuandone l’origine nel pensiero di Empedocle Di Agrigento, filosofo vissuto nel V secolo a. C. 
Empedocle, secondo Iacono, anticipa il celebre mito di Platone, che è ancora oggi una presenza potente nell’immaginario collettivo, tanto che ce lo ritroviamo ovunque, dalla letteratura alla cinematografia, da Pirandello a Beckett, a film come Il Conformista di Bertolucci o Blade Runner, un mito che ricostruisce quasi la scena di un cinema. L’idea di Empedocle è che noi viviamo nell’ombra, che non è esattamente il buio, ma un gioco di differenze tra buio e luce.

Secondo Plotino, la caverna di Platone, così come la grotta di Empedocle, sono il mondo visibile, l’ascesa dal quale è un viaggio verso il mondo spirituale. Il prigioniero liberato in quanto filosofo apre la possibilità per ciascuno di noi di uscire dal nostro mondo e guardare la realtà con altri occhi. 

Empedocle è una figura poliedrica, poeta, filosofo, taumaturgo e uomo della democrazia, che ci fa riflettere sul fatto che c’è un nesso tra il ruolo della filosofia e i rapporti con il senso comune.

Alfonso Maurizio Iacono è professore di Storia della Filosofia presso l’Università di Pisa. Si è occupato dei rapporti tra filosofia e antropologia attraverso una metodologia d’indagine influenzata dallo strutturalismo francese, dall’epistemologia della complessità di Francisco Varela e dalla riflessione di Gregory Bateson. Alle prime ricerche sulle strutture cognitive del pensiero europeo di fronte al colonialismo, in primo luogo la nozione di feticismo, sono seguite le riflessioni sull’epistemologia dell’osservatore e sui concetti di autonomia e finzione in una chiave storico-politica. Attualmente lavora sui temi della storia e della sostituzione attraverso l’immagine rinascimentale e moderna della finestra.