Carmelo Albanese. La pandemia nell'era digitale 

Il rischio della sostituzione della realtà 

Carmelo Albanese, intervistato nel maggio del 2021, parla dei cambiamenti di vita che sta determinando la pandemia a livello planetario e del ruolo delle nuove tecnologie. 
Quella di Covid non è la prima pandemia della storia e non è nemmeno particolarmente diversa dalle altre più recenti, dall'asiatica per esempio, tanto per citarne una. È però la prima pandemia che si verifica nell’era digitale compiuta, dopo che nei precedenti trent’anni si è proceduto scientificamente, sul piano economico, alla scomposizione delle società umane e alla privatizzazione di quasi tutti i servizi, a cominciare da quelli ospedalieri. Trent’anni dominati dal Pil, dal Mib e, da ultimo, dallo Spread, che hanno disgregato fondamentali conquiste democratiche ottenute nello scorso secolo. 
La domanda delle domande appare la seguente: siamo stati fortunati di fronte ad un’avversità dipinta da subito dall'informazione, oltre il principio di realtà, come una tragedia apocalittica, ad avere a disposizione un mondo parallelo digitale con il quale sostituire quello reale, oppure questi rimedi sono stati presi proprio perché funzionali alla definitiva affermazione del digitale sul reale? Albanese avanza il sospetto che tali provvedimenti siano stati presi proprio perché funzionali alla definitiva imposizione del mondo digitale in sostituzione di quello scomodo e carico di conflitti rappresentato dalla realtà.

In questo modo, ciò che rimane dell'ambito politico della società, sceglie definitivamente, come direbbe Weber, di eludere l’etica della responsabilità che ci aveva reso moderni e di tornare ad ispirarsi all'etica dell'intenzione, dei principi.

I principi sono quelli di una nuova religione, quella che si fonda nella caricatura della scienza, assunta come insindacabile e foriera di verità assolute, che, unitamente alla religione di sempre, chiude l'orizzonte del pensiero logico e critico, della razionalità umana e del pensiero politico moderno orientato alla tutela delle libertà personali e al progresso reale delle società umane.
 

Colui che agisce in base all’etica dei principi non tollera l’irrazionalità etica del mondo. Egli è un «razionalista» cosmico-etico.
Max Weber, La scienza come professione. La politica come professione 

 

Nessuna etica al mondo prescinde dal fatto che il raggiungimento di fini «buoni» è legato in numerosi casi all’impiego di mezzi eticamente dubbi o quanto meno pericolosi e alla possibilità, o anche alla probabilità, che insorgano altre conseguenze cattive. E nessuna etica al mondo può mostrare quando e in che misura lo scopo eticamente buono «giustifichi» i mezzi eticamente pericolosi e le sue possibili conseguenze collaterali.
Max Weber, La scienza come professione. La politica come professione. 



Carmelo Albanese nasce a Roma nel 1969, si diploma in un istituto tecnico come informatico nel 1988 con il massimo dei voti e lavora come analista dati per circa quattordici anni presso diverse aziende. Nel 1997 si laurea in Filosofia teoretica (110/110 e lode) ed è Dottore di ricerca in Tecnica Urbanistica dal 2020. È giornalista e autore di saggi, racconti e romanzi. Il suo ultimo romanzo è L’amore ai tempi della Telecom, una storia sulla precarietà nel mondo del lavoro contemporaneo. Tra i suoi saggi Per una critica della realtà virtuale e dell'intelligenza artificiale e C’era un’onda chiamata pantera, sull'importanza dei movimenti studenteschi come strumenti rigenerativi del tessuto politico e sociale. I suoi studi vertono da almeno trent'anni sui temi delle nuove tecnologie e sul loro impatto nelle società umane.