Antonio Maione. La teologia della creatività 

Il modello della natura

Il teologo Antonio Maione, intervistato nel giugno 2022, riflette sulla crisi dell’uomo nella società contemporanea e parla della sacralità del modello che può offrirci la natura per combattere le paure, la depressione e la violenza. 

Ogni qual volta si privilegia la staticità si va contro natura e si rinnega il modello essenziale della vita che è l’adattamento alle situazioni nuove. 

Noi siamo abituati ad imporre la nostra modalità di vita alla natura, mentre dovremmo trovare forme nuove di adattamento al progresso. L’umanità arriva al conflitto perché non è orientata a vivere la felicità. 
Se la persona si trova in stato di schiavitù e di frustrazione genera in sé un modello di malessere, se non c’è la prospettiva della felicità viene a mancare la forza per continuare a vivere. Se ognuno di noi non può esprimere la sua eccezionalità e viene obbligato alla ripetitività  entra nella negazione della creatività e della conoscenza, che è una perenne apertura all’oggettività.
Se la natura non ha una spinta al nuovo è una natura ferma, che va contro l’essenza stessa della natura. La persona si realizza quando è trasgressiva, quando si avventura verso il nuovo. La stessa scuola dovrebbe educare alla creatività, non costringere alla ripetitività. 

C’è un aspetto trascendente della realtà, che si può riconoscere solo se si è capaci di  di cogliere il modello di vita che la natura ci offre, la libertà è coincidente con l’essere. Ci dovremmo chiedere che vantaggio ha l’umanità a mettere in atto una guerra. 

La morte per l’uomo non è la fine, ma è il fine, ecco perché uno che ha un rapporto armonico con la morte non può essere impedito nel vivere dalla paura. 
La paura non giova allo sviluppo perché maggiore è la paura minore è l’avventura, ma ogni istituzionalizzazione limita la persona. 
Il diritto all’errore è un diritto fondamentale, se non c’è la possibilità dell’errore si elimina ogni novità. Si cammina verso la felicità che non può esserci senza libertà.

Se l’uomo è artista, ossia se si incammina verso il nuovo, non può avere la dimensione di paura perché la paura è il carcere della vita. In altre parole, il cuore della vita è la vita del cuore, che è l’amore, che è la novità, l’imprevedibilità. 

La verità che ci farà liberi è la verità che è scritta nell’esistenza di ognuno di noi, ecco perché nessuno può giudicare l’altro e l'uomo non può mai essere a servizio delle leggi, ma sono le leggi che devono essere a servizio dell'uomo. Quando la persona è eterodiretta diventa uno strumento nelle mani dell’altro. Dio è l’evolutore diceva Pierre Teilhard de Chardin. Esiste la verità dell’eresia pensata e l’eresia della verità inculcata.

La fisica contemporanea ci aiuta a cogliere la sacralità della natura che proviene dal fatto di cogliere la realtà così come è. L’immobilità della materia è un’immobilità che il nostro occhio vede come immobilità ma che al contrario scaturisce da un movimento talmente veloce che l’occhio umano non è in grado di cogliere.

Nella natura esiste un processo di movimento e il movimento offre l’opportunità di cogliere una finalità: Dio è l’apertura al nuovo e l’avventura verso il nuovo e la natura è molto più divina di quello che noi siamo capaci di cogliere. 
È più facile vedere Dio dove non c’è il sacro, che nelle situazioni della staticità ritualistica: Dio è amore e l’amore è una avventura sorprendente, Gesù sorge dal nuovo. 
La depressione è l’insieme delle proibizioni istituzionali e delle inibizioni personali, una combinazione che crea un blocco. 
La depressione si cura con l’ergoterapia, mediante il fare, che è l’elemento espressivo della persona, però l’uomo nella società contemporanea non lavora ma “fatica”, facendo ciò che gli viene imposto e se il suo spazio di libertà è ridotto ai minimi termini si produce la depressione, che è un modo con cui la persona aggredisce se stessa e si toglie la vita.

La depressione significa che la persona ha un atteggiamento contrario alla vita: non vive e non fa vivere. Ma se vivesse a contatto con la natura potrebbe vivere l’armonizzazione tra la nostra naturalità e la natura nella sua macroscopicità, la depressione è la reazione a una vita non appartenente più al soggetto. Il gioco, che è il linguaggio dei bambini, può aiutare gli adulti ad esprimersi nella propria creatività.