Antonio Maione. Cos'è la felicità?

Le relazioni compositive e l'armonia

Nel video il teologo Antonio Maione, intervistato il 10 novembre 2023 nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, parla della felicità. 

Che cos’è la felicità? Da parecchi secoli si sta indagando, le definizioni sono tante ma nessuno è felice solo perché ha imparato una definizione: la felicità è un’esperienza che il soggetto vive nella completezza della realizzazione del proprio essere.  

La felicità è una conquista che riguarda ogni uomo: se erede della sapienza è l’intera umanità, ogni persona che ne fa parte è protagonista della ricerca della felicità

Erodoto racconta la storia del ricchissimo re Creso, che voleva essere riconosciuto da Solone, il sapiente di Atene, il più felice tra gli uomini. Quando Solone gli dice che ci sono altri più felici di lui, Creso lo manda via in malo modo perché non poteva ammettere che le sue immense ricchezze non riuscissero a renderlo l’uomo più felice. 
Nell’antichità classica la felicità era un dono divino, derivante dalla fortuna o dal destino, ma non era mai frutto dell’uomo, che restava in balia del volere degli dèi. Con il passare degli anni la filosofia ha approfondito questo tema fino all’età dell’Illuminismo, quando la felicità è diventa diritto e dovere dell’uomo. Si è spostata pertanto l’attenzione dalla divinità, che attribuiva la felicità, agli uomini che potevano conquistarla. 
Io credo che la sintesi l’abbia fatta un certo Gesù Cristo, con la proclamazione delle Beatitudini, che non sono altro che la felicità totale.
Per Gesù la felicità è il possesso pieno di ogni bene, al punto che la persona non si sente priva di niente, quando cioè quello che è inscritto nel nostro DNA può essere realizzato appieno. Esiste “un’acqua che toglie la sete per sempre”, dice Gesù alla samaritana che incontra presso il pozzo di Giacobbe.

L’incarnazione significa recuperare nella carne l’anelito all’infinito, ossia il limite della carne è il punto di partenza per andare verso l’infinito.  

Spesso si dice che la nostra libertà, che è legata alla realizzazione personale, finisce dove comincia quella degli altri, ma non è così. Al contrario la nostra libertà si espande laddove c’è la libertà degli altri, che ci consentono di esprimerci secondo la nostra unicità. Ogni persona si realizza solo se riesce ad essere se stessa fino in fondo. 

Ogni volta che l’uomo entra in relazione può entrare in relazioni oppositive, impositive o compositive. Solo se c’è l’armonizzazione c’è la composizione e c’è l’arricchimento reciproco, che è la conquista della felicità.

Se la persona riesce ad avere una socializzazione superando i meccanismi di massificazione può trovare spazi per esprimersi nella sua originalità ed essere felice. La persona può trovare la felicità se riesce a trovare in sé l’armonia, che significa andare verso la preziosità. La persona trova la sua preziosità, e quindi la sua felicità, quando si armonizza nel tempo e nello spazio, quando gli altri non sono nemici, ma sono manifestazioni della stessa realtà umana, nella quale ogni persona è portatrice di una ricchezza che, se sappiamo scorgere, ci arricchisce.