Amedeo Quondam. Poeti e scrittori del pieno e del tardo Rinascimento 

Tornando a leggere l'opera di Benedetto Croce 

Nel video l'italianista Amedeo Quondam parla del tema della lezione, Tornando a leggere Poeti e scrittori del pieno e del tardo Rinascimento, che ha tenuto al convegno internazionale di studi Croce e la cultura del Rinascimento, organizzato dalla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, in collaborazione con l’Istituto italiano per gli studi storici, il 30 marzo 2023.

La ripubblicazione dei tre volumi di Poeti e scrittori del pieno e del tardo Rinascimento di Croce, studioso multiforme, filosofo, storico e critico letterario, è un’occasione molto importante che ci consente di riflettere su una parola universale, Rinascimento, che è una delle ragioni attrattive che l’Italia ha nei confronti del mondo.
Quest’opera, nella quale Croce si occupa di scrittori e poeti minori, ignoti, è il frutto del lavoro di scavo che egli quotidianamente faceva tra i libri della sua biblioteca, esercizi di lettura di autori poco noti, che Croce ritrova e propone ai suoi lettori  come testimonianza della complessità e della ricchezza della letteratura di quella straordinaria stagione. Sono testi che gli servono anche per ribadire, con forza documentaria, alcune sue persuasioni profonde di teorico dell’estetica, come quella che la poesia è qualcosa che si distingue e si oppone alla letteratura. 

La poesia riguarda i grandi poeti, ma non c’è sempre poesia nemmeno in Dante e il compito dello studioso di letteratura è quello di valutare, come Croce ha sempre fatto, dove nel testo letterario emerge l’intuizione della poesia, questo momento forte e inconfondibile.


Croce detestava la categoria dei generi letterari, perché la poesia può esserci ovunque, così come la letteratura, e quindi fare la storia dei generi letterari è un nonsenso per lui.  

Il pensiero di Croce è un pensiero unitario, in lui non parla solo il critico letterario, l’erudito di ogni minimo dettaglio della storia e della storia letteraria, ma parla anche il filosofo, il logico e quindi il suo è un sistema di pensiero tutto interconnesso. 

Croce aveva sfiducia nella storia letteraria, perché se l’esperienza poetica è un unicum, è difficile fare una storia mettendo insieme tante unicità e trovava un punto di mediazione solo nel fatto che può essere utile fare delle sintesi ad uso scolastico. Aveva una passione fortissima per i libri di poesia e per la letteratura teatrale, non andava a teatro ma leggeva i testi teatrali e da questo punto di vista c’è una contraddizione, perché mettendo insieme una serie di saggi su questi due generi viene fuori profilo storico di quei generi. 


Amedeo Quondam è professore emerito di Letteratura italiana della Sapienza Università di Roma, è stato fondatore e direttore del Centro di studi Europa delle Corti e dell’Istituto di studi rinascimentali di Ferrara, nonché presidente dell’Associazione degli italianisti. Tra le sue ultime edizioni di testi: Baldassarre Castiglione, Il libro del Cortegiano, Giovanni Boccaccio, Il Decameron; tra i suoi saggi: La conversazione. Un modello italiano; Tutti i colori del nero. Moda e cultura del gentiluomo nel Rinascimento; Forma del vivere. L’etica del gentiluomo e i moralisti italiani; Risorgimento a memoria. Le poesie degli italiani; Rinascimento e classicismi. Forme e metamorfosi della modernità; De Sanctis e la “Storia”; Il Letterato e il Pittore. Per una storia dell’amicizia tra Castiglione e Raffaello, Una guerra perduta. Il libro letterario del Rinascimento e la censura della Chiesa.