Stare nel circolo ermeneutico nella maniera giusta

Gianluca De Candia

Nel video Gianluca De Candia riflette sul tema: Stare nel circolo ermeneutico nella maniera giusta. Sulla struttura del comprendere e dell’interpretare nelle discipline umanistiche.  

Una delle novità introdotte dall'opera Verità e metodo (1960) di Hans Georg Gadamer (1900 – 2002) nel dibattito filosofico a lui contemporaneo, segnato dallo storicismo e dalla teoria critica della scuola di Francoforte, è stata la riabilitazione teoretica dei pregiudizi. Ciò che per Kant, e in generale per l’illuminismo, era espressione di una conoscenza incerta e fallace, qualifica invece per Gadamer la nostra comprensione preliminare del mondo (Vorverständnis). La figura sistematica di tale “precomprensione” è rappresentata dal “circolo ermeneutico”, la cui funzione, come spiega Gadamer in Verità e Metodo, non sarebbe affatto quella di «un circolo "metodico", ma (quella di) indica(re) una struttura ontologica della comprensione». 
Nel corso della sua analisi dell´opera gadameriana Gianluca De Candia registra tuttavia una certa oscillazione fra una “ermeneutica filosofica” e “una ermeneutica testuale”. Il ruolo che Gadamer conferisce alla tradizione testuale gli impone infatti di tracciare, in senso fenomenologico, anche l’orizzonte operazionale della comprensione dell’arte, della storia o dei “classici”, che lo portano infine a postulare una appartenenza alla tradizione così radicale, da rendere estremamente difficile una “fuoriuscita” dal circolo ermeneutico. 
Per quanto dunque l’intenzione di Verità e metodo fosse quella di contribuire a chiarificare il carattere conoscitivo proprio delle discipline umanistiche, l´ermeneutica gadameriana, se recepita dalle Geisteswissenschaften, rischia di introdurre in esse una tendenza marcatamente anti-epistemologica. Questa ambiguità giunge ad espressione in una delle tesi centrali dell’opera: 

La comprensione non è mai, in realtà, un “capir meglio” né nel senso del sapere meglio le cose in base a concetti più chiari, né nel senso di superiorità che possiederebbe la consapevolezza rispetto al carattere inconscio della produzione. È sufficiente dire che, quando in generale si comprende, si comprende diversamente.
Hans Georg Gadamer


Per De Candia il superamento di tale ambiguità sistematica e il recupero della differenza fra “comprensione” e “interpretazione” è decisivo se si vuole restituire alle discipline umanistiche il loro carattere specifico di “scientificità”.

Gianluca De Candia è professore ordinario di Filosofia e dialogo con la cultura contemporanea presso l’Università Cattolica di Colonia (KHKT) e mediatore fra filosofia italiana e tedesca. Nel 2023 gli è stato assegnato il „Premio Nazionale di Filosofia – Le figure del pensiero“ per la sezione pratiche alternative del filosofare (“romanzo filosofico inedito”). 
È autore della prima monografia in lingua tedesca sul pensiero di Massimo Cacciari (Der Anfang als Freiheit. Der Denkweg von Massimo Cacciari im Spannungsfeld von Philosophie und Theologie, Scientia & Religio Band 18, Verlag Karl Alber, Freiburg im Breisgau 2019). Una sintesi dei risultati di questa sua ricerca è ora disponibile in lingua italiana: Il forse bifronte. L’emergenza della libertà nel pensiero di Dio, Mimesis 2021. De Candia è altresì iniziatore del progetto di traduzione delle opere complete pareysoniane in lingua tedesca (Luigi Pareyson, Vom Staunen der Vernunft, partiell übers. und hrsg. von Gianluca De Candia, mit einem Vorwort von Gianni Vattimo und Giuseppe Riconda, Aschendorff Verlag, Münster 2021; Wahrheit und Interpretation, übers. und hrsg. von Gianluca De Candia, Philosophische Bibliothek, Bd. 761, Felix Meiner Verlag, Hamburg 2023).