Michele Gerace e Monica Marziota. Crivu
Festival dei paesaggi straordinari e delle rive sconosciute
Il programma presenta incontri fatti di arrampicate, passeggiate, laboratori, conversazioni e performance. All’interno del festival, la filosofia, la letteratura, la musica e l’arte figurativa si mescolano con le scienze per portare in scena la dimensione etica, estetica e spirituale, il senso e la tecnica dell’arrampicarsi. La cooperazione, il lavoro e la trasformazione, l’inquietudine e dell’impresa, umana e sociale oltre che propriamente culturale, del mettersi in cammino e del prendere il largo; dell’andare, del tornare, dell’attraversare e del restare, del ricercare la felicità, tutte metafore delle virtù e dei paradossi di un’umanità ora alla deriva ora controcorrente.Un festival che parte proprio dalla roccia, dalla verticalità, dalle sporgenze che l’arrampicata presuppone. Ma non solo. Riguarda la città e il paese, il mare, la costa e il fiume oltre la montagna e la valle, la natura, il paesaggio, il suono, il segno e la parola.
La verticalità è un sostantivo femminile che esprime lo sviluppo in senso verticale. Da dizionario è posizione e direzione. La roccia, la rupe e le onde, sono sostantivi femminili. Nel loro essere antitetiche, l’immanenza e la trascendenza sono sostantivi femminili. Parti variabili di un discorso che è possibile declinare in tante metafore quante sono gli aspetti più comuni ed eccezionali della nostra quotidianità. Ancora una volta, sostantivo femminile è l’arrampicata. E con essa la storia, la poesia, la musica, le arti. Ma ecco i sostantivi maschili: l’Appennino e il Mediterraneo, il suono, il fiume e il mare che spingono il pensiero al di sotto della linea dell’orizzonte, entroterra, lo stesso Crivu, espressione dialettale che si riferisce sia al setaccio che alla roccia. Metafore che dalle opposte polarità di genere grammaticale, femminile e maschile, traggono generatività singolare e plurale.
Michele Gerace, scuola “cento giovani”, avvocato, divulgatore scientifico e culturale, in ufficio alle prese con il diritto, le tecnologie e le politiche pubbliche. Presidente dell’Osservatorio sulle Strategie Europee per la Crescita e l’Occupazione, ideatore di “Costituzionalmente: il coraggio di pensare con la propria testa”, della “Scuola sulla Complessità”, del Bar Europa, dell’omonima rubrica radiofonica al Rock Night Show su Radio Godot, del programma di incontri "La forma del desiderio" nell'ambito dell'iniziativa "Alla scoperta dell'America" realizzata dal Centro Studi Americani, e della serie di conversazioni "La Costituzione del Mondo", "Gira che ti rigira. An intergalactic roundtrip" e "Insomma. Problemi senza soluzioni apparenti" realizzate nell'ambito del Festival della Diplomazia, Responsabile del progetto “La Fondazione Luigi Einaudi per la Scuola”. Ha curato i volumi C’era una volta il welfare state (Rubbettino), Cittadinanza è Libertà, Pluralismo e Integrazione (KappaBit) e Dal Manifesto di Ventotene all’Europa unita (KappaBit). È autore di È l’Europa, bellezza! (Rubbettino), Qualcosa che sfiora l’utopia (Jouvence) e Sui generis. La forma del desiderio e il bel problema dell'essere umani e tecnologici (Rubbettino). Curatore insieme a Monica Marziota di Crivu Festival.
Monica Marziota, artista cosmopolita ed eclettica con sangue calabrese di Orsomarso, è cresciuta tra L'Avana, Toronto, Gran Canaria e Roma. Soprano, musicista, performer, musicologa. In arte anche MoMã. Il suo repertorio raggiunge diverse aree vocali e nell'ambito della musica colta si dedica principalmente al periodo moderno e contemporaneo. Interpreta anche jazz, latin-jazz, musica mediterranea e le proprie composizioni influenzate dal continuo viaggio tra le sue varie radici. Valendosi della performance d’arte, non si espone solo con la voce. Crea un’eco di narrazione e trasfigurazione emotiva attraverso il gesto, “atti” spirituali, percezioni, operazioni simboliche e talvolta con la danza. Tende a valorizzare la componente spirituale e comunicativa del corpo. In uscita il suo disco Anima Mundi: canti sacri per voce sola in lingue ancestrali, nei quali risuonano lingue antiche, morte o in via d’estinzione. Protagonista e compositrice della colonna sonora del docu-film Cartas de Calvino della regista Esther Barroso Sosa, su Italo Calvino, è impegnata sia nell'interpretazione artistica che nella ricerca e nella divulgazione culturale. Interviene in convegni, seminari e simposi in qualità di relatrice. È fondatrice della rivista Ecce Musica Magazine, con la quale porta avanti progetti di carattere culturale e sociale insieme all'Associazione Culturale “cento giovani”; i più recenti: La musica dove è di casa, Il Suono della Maternità e, insieme alla Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), la rassegna Sonorità. Annotazioni, Paesaggi e Personaggi Sonori. Particolarmente attratta da fiori, alberi, fiabe ed accenti. Si prende cura di un piccolo roseto, abbozza racconti per bimbe e bimbi, disegna poesie. Legge, scrive e parla correttamente italiano, spagnolo e inglese. Sogna di imparare il grecanico e intanto lo canta. Curatrice insieme a Michele Gerace di Crivu Festival.