Affinati e l'Innominato de I Promessi Sposi

Uno dei personaggi più intensi di Alessandro Manzoni

Eraldo Affinati affronta il XXI capitolo de I Promesi Sposi, in cui Alessandro Manzoni mette in scena la conversione dell'Innominato. Un uomo intrappolato tra il vecchio sé e la nuova ispirazione di vita nata dallo sguardo supplichevole di Lucia prigioniera nel suo castello. "Manzoni rappresenta perfettamente questo sfacelo identitario", spiega Affinati. Un aut aut di kierkegaardiana memoria: "bisogna scegliere perché solo così si diventa uomini". La descrizione fisica dell'Innominato:

Era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro, ma vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e d'animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovine 

La figura dell’Innominato è ispirata a quella di Francesco Bernardino Visconti, uno dei feudatari di Brignano Ghiaradadda. Nella prima stesura del romanzo, Fermo e Lucia, l'Innominato, chiamato il Conte del Sagrato, è descritto in maniera più fosca, mentre nell'edizione definitiva diventa l’emblema del grande peccatore pentito.
 

Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785, figlio di Giulia Beccaria e del conte Pietro Manzoni. Nel 1805 si trasferisce a Parigi dalla madre e nella capitale francese frequenta il circolo illumista che si riunisce nel salotto di Madame de Condorcet. Nel 1810 Manzoni attraversa una profonda crisi religiosa che si conclude con la conversione al cattolicesimo e il rientro a Milano, dove resta fino alla morte, nel 1873. Fra il 1840 e il 1842 pubblica I Promessi Sposi nella loro edizione definitiva. Ma l'elaborazione del romanzo che lo fa diventare un punto di riferimento letterario imprescindibile, è già iniziata negli anni che vanno dal 1812 al 1827. Sono quegli gli anni più fertili, quelli de Il Conte di Carmagnola (1822), Adelchi (1822), Inni e Odi (1823), Fermo e Lucia (1827), Storia della colonna infame (1842).