Alberto Melloni: il Don Milani dei Meridiani
L'importanza della scrittura per il prete di Barbiana
Ad Alberto Melloni, direttore scientifico dell’opera omnia di don Lorenzo Milani (comprensiva dei suoi libri e dell’epistolario, oltreché di numerosi inediti), approdata nei Meridiani Mondadori, abbiamo chiesto di illustrare il rapporto tra don Milani e la scrittura.
Rimettere al centro la sua opera è un piccolo contributo per ritrovare un Milani unitario in cui trovino il loro spazio la dimensione di fede così come quella politica
Lorenzo Milani nasce a Firenze il 27 maggio 1923 in una colta famiglia borghese, figlio di Albano Milani e di Alice Weiss di origine israelita. Nel 1930 da Firenze la famiglia si trasferisce a Milano dove studia fino alla maturità classica. Dall’estate del 1941 si dedica alla pittura, iscrivendosi dopo qualche mese di studio privato all’Accademia di Brera. Nell’ottobre 1942 la famiglia Milani torna a Firenze e Lorenzo incontra don Raffaello Bensi, il sacerdote fiorentino che da allora è il suo direttore spirituale. Nel 1943 entra in Seminario Maggiore di Firenze. Dal 1947 è a San Donato di Calenzano, dove fonda una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini della sua parrocchia. Il 14 novembre 1954 viene nominato priore di Barbiana, una piccola parrocchia di montagna. Dopo pochi giorni comincia a radunare i giovani della nuova parrocchia in canonica con una scuola popolare simile a quella di San Donato. Nel maggio 1958 dà alle stampe Esperienze pastorali, che nel dicembre dello stesso anno è ritirato dal commercio per disposizione del Sant’Uffizio. Nel dicembre 1960 viene colpito dai primi sintomi del male (linfogranuloma) che sette anni dopo lo porta alla morte. Nel febbraio 1965 scrive una lettera aperta ad un gruppo di cappellani militari toscani, che in un loro comunicato hanno definito l’obiezione di coscienza “estranea al Comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”. La lettera è incriminata e lui è rinviato a giudizio per apologia di reato. Al processo, che si svolge a Roma, non può essere presente a causa della sua grave malattia; invia ai giudici un’autodifesa scritta. Il 15 febbraio 1966, il processo in prima istanza si conclude con l’assoluzione, ma su ricorso del pubblico ministero, la Corte d’Appello quando don Lorenzo è già morto modifica la sentenza di primo grado e condanna lo scritto. Nel luglio 1966 insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana inizia la stesura di Lettera a una professoressa. Muore a Firenze il 26 giugno 1967 a 44 anni.
Alberto Melloni è nato a Reggio Emilia nel 1959. Ultimati gli studi universitari, sin dalle prime ricerche si è interrogato sui rapporti tra Chiesa e società, pubblicando tra gli altri, Innocenzo IV. La concezione e l’esperienza della cristianità come regimen unius personæ (1990) e Fra Istanbul, Atene e la guerra (1993). Direttore e curatore di diverse opere collettanee ed enciclopediche (cartacee e multimediali), ha pubblicato saggi sul diritto canonico medievale, sul conclave e sulle relazioni tra cristianesimo e politica nel Novecento (si ricorda in particolare Le cinque perle di Giovanni Paolo II del 2011). È professore ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università di Modena-Reggio Emilia, titolare della cattedra Unesco sul Pluralismo Religioso e la Pace dell’Università di Bologna e direttore della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna. Nel 2013 ha pubblicato i saggi Tutto e niente. I cristiani d'Italia alla prova della storia in cui analizza il tema del rapporto tra fede e vita pubblica e Quel che resta di Dio. Un discorso storico sulle forme della vita cristiana. Nel 2014 ha curato il Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia e l'anno successivo ha scritto Amore senza fine, amore senza fini, saggio sull'istituzione del matrimonio, Il giubileo. Una storia e Il Concilio e la grazia. Saggi di storia sul Vaticano II.