Boris Pasternak: l'Amleto della rivoluzione

Un ritratto

Il 10 dicembre 1958 il segretario dell'Accademia di Svezia annuncia al pubblico riunito per l'assegnazione del Nobel alla letteratura che il prescelto, Boris Pasternak, l'ha rifiutato. Partendo dalle immagini di quell'annuncio, il filmato ripercorre la difficile esistenza dello scrittore nell`Urss di Stalin: da un'infanzia e giovinezza segnata da incontri con grandi artisti, musicisti e letterati tra cui Tolstoj, agli studi di filosofia e musica e alla prima adesione al cubofuturismo, all'atteggiamento amletico verso la rivoluzione, alle purghe staliniane e alla sua volontà di trovare una strada, anche se di compromesso, per non lasciare il suo paese.

L'abbandono del mio paese equivarebbe per me alla morte

Boris Pasternak nasce il 10 febbraio 1890 a Mosca, figlio di un noto pittore impressionista e di una pianista provenienti da Odessa. Dopo aver compiuto studi di musica, diritto e filosofia, comincia l’attività artistica nelle avanguardie, vicino ai futuristi. L'esordio è segnato da un volume di poesie, Il gemello nelle nuvole (1914). Vive in disparte, in una colonia di scrittori a Peredelkino, nei pressi di Mosca, senza mai cercare di accattivarsi la simpatia delle autorità sovietiche. Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1958, non può andare a ritirarlo. Muore poco dopo nel 1960. Feltrinelli ha pubblicato Il Dottor Živago (1957, in nuova traduzione nel 2007), libro che è presto diventato un caso editoriale internazionale, lanciando anche la casa editrice e ispirando un film di grande successo. Ci sono poi L’Autobiografia (1958), con i nuovi versi, Disamore e altri racconti (1976), e Il soffio della vita. Corrispondenza con Evgenija (1921-1931) (2001).