Carlo Fruttero: la libertà offerta dal romanzo

Una riflessione sullo strumento narrativo

Secondo Carlo Fruttero a scrivere cose bellissime sul romanzo è stato il ceco Milan Kundera. Il romanzo consente la massima libertà, si può fare in un modo, ma anche in un altro. Di questa libertà Fruttero ha tenuto conto nelle sue opere, sia in quelle scritte con Lucentini sia in quelle scritte da solo.

Chi ha scritto cose bellissime sul romanzo è quel ceco che si chiama Kundera, lui dice che non ne abbiamo approfittato abbastanza del romanzo - Carlo Fruttero 

Carlo Fruttero nasce a Torino il 19 settembre 1926. All’università conosce Italo Calvino e nel 1947 si trasferisce in Francia dove traduce per Giulio Einaudi. Assieme a Franco Lucentini (1920-2002) ha costituito la più celebre coppia del giallo e del giornalismo italiano, firmando decine di romanzi e opere saggistiche oltre a prestigiose curatele e antologie e curando  insieme a lui la collana Urania (Mondadori). Fra i titoli più noti ricordiamo La donna della domenica (1972), L’Italia sotto il tallone di F.&L. (1974), A che punto è la notte (1979), Il palio delle contrade morte (1983), La prevalenza del cretino (1985), L’amante senza fissa dimora (1986), La manutenzione del sorriso (1988), Enigma in luogo di mare (1991), Il ritorno del cretino (1992) e Il cretino in sintesi (2002), tutti editi da Mondadori. Da solo per Mondadori ha pubblicato i romanzi Visibilità zero (1999), Donne informate sui fatti (2006), Ti trovo un po’ pallida (2007) e Mutandine di chiffon (2010). Muore a Castiglione della Pescaia il 15 gennaio 2012 e viene sepolto nel cimitero locale accanto a Calvino.

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