Dacia Maraini ricorda il Gruppo '63

Un'avanguardia e le sue battaglie

Dacia Maraini racconta la sua esperienza del Gruppo 63. Questo si costituì a Palermo nel 1963, opponendo all’esperienza neorealista un estremo sperimentalismo linguistico. Ne fecero parte, tra gli altri, Alfredo Giuliani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini, Alberto Arbasino, Umberto Eco, Giorgio Manganelli. Partendo dal rifiuto della letteratura corrente, rappresentata da autori pregevolissimi come Giorgio Bassani, Carlo Cassola, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, accusati in blocco di tradizionalismo, si cercò l’incontro della narrativa, della poesia e della critica letteraria con discipline come la sociologia, l’antropologia, la linguistica, la psicanalisi. Il Gruppo svolse un grande lavoro di organizzazione culturale e si sciolse intorno al '68 per la diversità delle posizioni al suo interno riguardo alle proteste studentesche. Tra le migliori opere prodotte dal Gruppo 63: Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino (1963); Capriccio italiano di Edoardo Sanguineti (1963); Opera aperta di Umberto Eco (1962); La letteratura come menzogna di Giorgio Manganelli (1967).

Era una letteratura fatta di frammenti, di illuminazione, è stato molto importante, per dieci anni si è fermato il romanzo, poi Umberto Eco ha scritto un romanzo e i romanzi sono ricominciati con la psicologia, l'intreccio, tutto quello che era stato ostracizzato.

Dacia Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936. È scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice. Negli anni Settanta è tra le fondatrici del teatro della Maddalena, gestito da sole donne; qui, cinque anni più tardi, verrà rappresentato Dialogo di una prostituta con un suo cliente, tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi. Maraini ha fatto parte della cosiddetta generazione degli anni Trenta, insieme a Umberto Eco, Gesualdo Bufalino e Ferdinando Camon. Della sua vastissima produzione letteraria ricordiamo il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrià (1990), vincitore del premio Campiello e da cui è stato tratto l’omonimo film di Roberto Faenza, la raccolta Buio, che vince il Premio Strega nel 1999 e Se un personaggio bussa alla mia porta del 2016, pubblicato da Rai Eri. Poi Tre donne (2017), Corpo felice (2018) e Trio (2020), tutti pubblicati da Rizzoli.