Giuseppe Ungaretti raccontato da Andrea Cortellessa

Ungaretti dall'interventismo all'orrore della guerra

Andrea Cortellessa, professore di Letteratura italiana contemporanea, ci accompagna alla scoperta di Giuseppe Ungaretti. Cortellessa ha dedicato a Ungaretti una monografia nel 2000 e ha curato Le notti chiare erano tutte un’alba, un’antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale. Interventista della prima ora, Ungaretti vuole, come molti degli intellettuali italiani, entrare in quella guerra che considera una soluzione per ottenere uno stato di uguaglianza e di libertà e perché spera di ritrovare nella guerra la sua identità di italiano, essenso nato in Egitto e avendo vissuto a lungo in Francia. “E se la guerra mi consacrasse italiano?” scrive a Giuseppe Prezzolini prima del conflitto. Ben presto, sul Carso, a guerra iniziata, Ungaretti cambia radicalmente registro e diventa il poeta per eccellenza della Grande Guerra. La trincea cambia tutto: la posizione di fronte alla guerra, la poesia, lo stile franto e le parole isolate, quasi assolute e, come dice Andrea Cortellessa, in trincea Ungaretti “trova le parole per attaccarsi alla vita” ed esce dalla guerra italiano e poeta. E a ricordarci l’insensatezza della guerra le letture di poesie come San Martino del Carso, Fratelli, Sono una creatura, Veglia, I fiumi con la voce inconfondibile di Giuseppe Ungaretti.

L’uomo nella guerra manifestava i suoi peggiori istinti anche se quella guerra, anche se c’eravamo entrati, anche se l’avevamo voluta, ci sembrava che fosse l’ultima guerra, che fosse la guerra per liberare l’uomo dalla guerra. La guerra non libera mai l’uomo dalla guerra. La guerra è e rimarrà l’atto più bestiale dell’uomo.

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Nel 1912 si trasferisce a Parigi. Interventista, si arruola volontario e combatte sul Carso dove scopre ben presto il dramma della guerra. Nel 1918 combatte sul fronte francese. Nel 1916 pubblica, grazie all’amico Ettore Serra, Il porto sepolto in 80 esemplari. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi. Nel 1923 ripubblica le poesie di Allegria di naufragi con il primo titolo, Il porto sepolto, con la prefazione di Benito Mussolini. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile a insegnare letteratura italiana e nel 1942 torna in Italia, nominato Accademico d'Italia e professore per “chiara fama” di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università “la Sapienza” di Roma. Torna a scrivere poesie sull’insensatezza della guerra nella raccolta Il Dolore del 1947. Nel 1969 l'intera opera poetica è raccolta col titolo Vita d'un uomo come primo volume della collana i Meridiani. Muore nel 1970.

Andrea Cortellessa è professore di letteratura italiana contemporanea all’Università Roma Tre. Tra i suoi libri:Le notti chiare erano tutte un’alba, Antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale, 1998; Ungaretti, 2000; Libri segreti. Autori critici nel Novecento italiano, 2008; La terra della prosa. Narratori italiani degli anni zero (1999-2014), 2014.