Jhumpa Lahiri, La moglie

Due fratelli tra India e Stati Uniti

La moglie, romanzo di Jumpa Lahiri pubblicato in Italia da Guanda, mette in scena due fratelli nati a Calcutta, Subhash e Udayan. I due passano in simbiosi i primi anni di vita; a un certo punto le loro vite si separano radicalmente per poi tornare a intrecciarsi. Subhash si trasferisce per studio negli Stati Uniti, Udayan, il minore, aderisce di nascosto al movimento maoista e si sposa d’impulso senza coinvolgere i genitori. L’omicidio di Udayan per mano della polizia riporta Subshash in India. Affascinato da Guari, la vedova del fratello, e commosso dalla sua gravidanza e dalla freddezza con cui la giovane donna viene trattata dai suoi, Subhash le propone di sposarlo e di seguirlo nella sua casa nel Rhode Island. Le cose non andranno come lui sogna. Abbiamo incontrato a Roma Jhumpa Lahiri. L’autrice ci ha illustrato i temi del libro: il rapporto tra i due fratelli, il terrorismo e l’ideologia che lo ispira, la maternità e i suoi risvolti più bui. Qui, come negli altri suoi romanzi e racconti, è evidente la condizione di spaesamento dei personaggi, sospesi tra più patrie: condizione che Jumpa Lahiri, ha sperimentato in prima persona. In chiusura dell’intervista Lahiri si è soffermata sul suo rapporto con l’Italia, sul suo desiderio di imparare l’italiano e poi di metterlo in pratica trasferendosi temporaneamente con la famiglia nel nostro paese. Un rapporto di amore che passa soprattutto attraverso la letteratura.