Scrittori per un anno: Giaime Pintor

Una vita spezzata

All’intellettuale antifascista Giaime Pintor, scomparso a soli ventiquattro anni nel 1943 in una missione partigiana, è dedicata questa puntata di Scrittori per un anno. La scrittrice Mirella Serri ci guida attraverso la vita e l’attività intellettuale di questo giovane che ha saputo coniugare la passione per gli studi letterari all’impegno civile diventando una figura eroica della Resistenza. 

Giaime Pintor è un personaggio di cui si è parlato molto e nel dopoguerra la sua figura è stata riproposta da una certa angolazione: l’angolazione era soprattutto quella del combattente, dell’antifascista, cosa che lui naturalmente era, ed è passata in secondo piano la sua straordinaria capacità di essere uno scrittore, un traduttore, un giornalista e di saper capire, da giovane qual era, i problemi del suo tempo - Mirella Serri

L'inizio di una lettera di Giaime Pintor al fratello Luigi:   

Carissimo,
parto in questi giorni per un’impresa di esito incerto: raggiungere gruppi di rifugiati nei dintorni di Roma, portare loro armi e istruzioni. Ti lascio questa lettera per salutarti nel caso che non dovessi tornare e per spiegarti lo stato d’animo in cui affronto questa missione. I casi particolari che l’hanno preceduta sono di un certo interesse biografico, ma sono troppo complicati da riferire: qualcuno degli amici che è da questa parte vi potrà raccontare come nella mia fuga da Roma sia arrivato nei territori controllati da Badoglio, come abbia passato a Brindisi dieci pessimi giorni presso il Comando Supremo e come, dopo essermi convinto che nulla era cambiato fra i militari, sia riuscito con una nuova fuga a raggiungere Napoli.

Giaime Pintor nasce a Roma nel 1919. Nel 1938 inizia a tradurre le poesie di Rainer Maria Rilke e a scrivere per riviste come Oggi, La ruota, Aretusa, Letteratura, Campo di Marte, Primato. Nel 1940 a Torino frequenta Giulio Einaudi, Cesare Pavese, Mario Alicata, Carlo Muscetta, Natalia e Leone Ginzburg. Nell’ottobre 1942 è a Weimar con Elio Vittorini per partecipare al convegno degli intellettuali europei organizzato da Goebbels. Nel novembre 1943 decide di prendere parte attiva alla lotta partigiana. Muore a Castelnuovo al Volturno, mettendo un piede su una mina, il 1° dicembre 1943.

 

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