L'uomo che ride di Victor Hugo, a fumetti

La storia che ispirò la figura di joker

L’uomo che ride, sceneggiato da David Hine e disegnato da Mark Stafford, è l’adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo di Victor Hugo, pubblicato in Italia da Edizioni NPE. Il protagonista di questa storia ambientata nel ‘700 inglese, Gwynplaine, è un orfano di buon cuore ma orribilmente sfregiato, il suo volto infatti, cui manca parte dell’epidermide, mostra un inquietante ed eterno sorriso. Leggendo la sua storia è veramente difficile non essere dalla sua parte, non tifare per lui, non volergli bene, perché attraverso Gwynplaine Hugo ci parla di innocenza e ingiustizia, povertà e opulenza, apparenza e profondità, e di come gli uomini possono essere ciechi e crudeli non solo individualmente ma anche come sistema politico e giudiziario, che invece dovrebbe avere come fine ultimo giustizia, eguaglianza e benessere di tutti. Una storia estremamente moderna pur se pubblicata per la prima volta nel 1869.

Victor Hugo ha orientato la propria vita politica e letteraria sulla denuncia della corruzione in difesa ella giustizia sociale. Se fosse ancora vivo, continuerebbe a mettere in luce le disparità che consentono a una minoranza di controllare il benessere del Paese servendosi del lavoro della maggioranza. [...] Ho il sospetto che se Gwynplaine tenesse oggi il suo discorso alla Camera dei Lord, risulterebbe ancora attuale. E, senza dubbio, si scontrerebbe con lo stesso scherno – dalla postfazione di David Hine


Non a caso è proprio a questo personaggio che si ispirarono gli autori del celeberrimo fumetto statunitense Batman per ideare il suo antagonista per eccellenza: Joker. Nel 1940 Jerry Robinson, Bob Kane e Bill Finger, proprio nei giorni in cui stavano ideando la prima storia di quello che diventerà uno degli eroi di fumetti più famosi al mondo, si imbatterono nel manifesto del film di Paul Veni L’uomo che ride (1928) che ritraeva il protagonista, Conrad Veidt, con un terribile ghigno stampato in faccia. Quel ghigno incancellabile diventerà il simbolo della crudeltà nata dall’ingiustizia.

Nonostante la trasposizione cinematografica, L’homme qui rit non è conosciuto come I Miserabili o Notre-Dame de Paris, nella postfazione al volume lo sceneggiatore David Hine ipotizza il motivo di quesca scarsa fortuna di pubblico:

Scritto a fine carriera, mentre Hugo viveva in esilio sulle Isole del Canale [L’uomo che ride] appare sconclusionato, pieno zeppo di dettagli sulle dinamiche interne all’aristocrazia britannica e sul suo sistema politico. Dopo aver superato con fatica i passaggi più turgidi però, sono rimasto rapito dalla storia che è al centro del libro, una storia di amore e umanità, di lotta contro i meccanismi del destino e della società corrotta – dalla postfazione di David Hine


E che questo adattamento sia il lavoro appassionato di un professionista innamorato del suo lavoro e stregato dalla storia che sta raccontando lo si capisce fin dalle prime pagine: la vicenda cattura il lettore e non lo lascia andare fino alle ultime tavole, è raccontata in modo totalmente avvincente, anche attraverso l'espediente di montaggio di piani temporali diversi, attraverso cui scopriamo piano piano la vera storia di Gwynplaine e del suo terribile sorriso. Non ultimo naturalmente il ruolo delle immagini: vivido, spigoloso ed efficacemente drammatico è infatti anche il tratto di Mark Stafford, che dopo un secolo e mezzo riesce a dare vita a questi personaggi con innegabile potenza visiva.

Avevo già lavorato con Mark Stafford [...] e sapevo che era perfetto per disegnare questo libro. Dovevo solo convincerlo a spendere un anno intero nell’adattamento di un tomo prolisso e quasi illeggibile del XIX secolo in un appassionante graphic novel per un pubblico del XXI secolo – dalla postfazione di David Hine


Per gentile concessione di Edizioni NPE pubblichiamo in anteprima in questa fotogallery alcune tavole del fumetto.


David Hine lavora nel mondo dei fumetti dall’inizio degli anni ’80. Dopo il successo del suo graphic novel Strange Embrace entra in Marvel per la quale scriverà moltissime storie tra cui District X, Daredevil: Redemption, Silent War e Spider-Man Noir. Creatore di Poison Candy per Tokyopop e The Bulletproof Coffin (con Shaky Kane) per Image, ha lavorato ad alcune serie per DC, tra cui Batman: Detective Comics, Azrael e The Spirit. Ha adattato il racconto di H.P. Lovecraft The Color Out of Space su disegni di Mark Stafford per The Lovecraft Anthology: Volume I edito da SelfMadeHero.

Mark Stafford scrive, dipinge e disegna. È co-creatore di Cherubs! graphic novel realizzato con Bryan Talbot, e ha collaborato con David Hine all’adattamento a fumetti del racconto lovecraftiano The Color Out Of Space per The Lovecraft Anthology: Volume I. Le sue opere sono esposte al Cartoon Museum di Londra. Scrive di cinema per la rivista Electric Sheep.