György Dragomán, Fiamme

Dopo la fine di un regime

La protagonista del romanzo di György Dragomán, Fiamme, (tradotto da Andrea Rényi per Einaudi), Emma, ha tredici anni e, dopo essere rimasta orfana di entrambi i genitori, scopre di avere una nonna di cui ignorava l'esistenza. La nonna va a prenderla nell'istituto in cui si trova e il libro racconta il rapporto tra la vecchia e la ragazzina, mentre sullo sfondo si proiettano le ombre inquietanti della Storia. Siamo in un paese imprecisato della galassia ex sovietica, un tiranno è caduto, le cose stanno cambiando, ma ci sono orribili strascichi di calunnie, sospetti, c'è una scia di dolore che non riesce a placarsi. Dragomán lascia insoluti molti misteri (perché la madre di Emma aveva tagliato i ponti con i suoi; perché il nonno si è impiccato; quali sono i poteri della nonna, che in molti chiamano strega; come sono morti davvero i genitori) e concentra la sua attenzione sulla vita quotidiana di Emma, sul suo corpo che cambia, sulle sue emozioni, sui suoi rapporti con gli altri e in particolare con la donna che l’aiuta a ricostruire il passato. È la storia di una difficile rinascita, del tentativo di fare i conti con la propria storia e di andare avanti nonostante tutto. A Festivaletteratura a Mantova abbiamo incontrato György Dragomán e abbiamo parlato con lui della sua scelta di raccontare la storia così come la percepisce la protagonista.

Alzo lo sguardo, ho i lucciconi, sento la vecchietta parlare.
Mi dice di chiamarla nonna.
Nonna dice che sarebbe bene partire il prima possibile. Se riuscissimo a prendere il treno del pomeriggio, a mezzanotte potremmo essere già a casa. Devo andare a raccogliere la mia roba, fare i bagagli, salutare chi voglio. Se possibile, dovrei essere pronta entro mezz'ora.

György Dragomán è nato in Romania nel 1973, da una famiglia di etnia ungherese. A quindici anni si è trasferito in Ungheria dove tuttora vive. Per Einaudi ha pubblicato Il re bianco (2009) e Fiamme (2017).