Masolino D'Amico, Suso a Lele

L'epistolario tra Suso Cecchi e Fedele D'Amico

Scritte tra il dicembre 1945 e il marzo 1947 le lettere di Suso Cecchi d’Amico al marito Lele, raccolte nel volume Suso a Lele (Bompiani) testimoniano l’estrema vitalità del rapporto tra i due, che mal sopportavano di stare divisi. Dopo la partenza di Lele, malato di tubercolosi, per un sanatorio svizzero, la giovane Suso si ritrova a Roma con due figli, Silvia e Masolino, il lavoro di traduttrice e quello, sempre più impegnativo, di sceneggiatrice. La sua preoccupazione principale è quella di rassicurare il marito e tenerne alto il morale, rendendolo partecipe della  vita familiare e insieme dei suoi incontri e delle sue frequentazioni (da Castellani a Flaiano da Visconti a Casella da Petrassi a Soldati, gli amici di Suso e Lele rappresentano il meglio della cultura italiana). L’epistolario di Suso Cecchi D’amico travalica i limiti del documento privato e si offre come ritratto di un’epoca piena di difficoltà e ricca di entusiasmo creativo. Con Masolino d'Amico abbiamo parlato di questo libro, dei suoi contenuti, del suo tono e della sua lingua.  

Masolino d’Amico (1939), scrittore, traduttore, critico teatrale, sceneggiatore cinematografico, ha insegnato letteratura inglese all’Università di Roma Tre. Autore di numerosi saggi, ha curato tra l’altro edizioni di Wilde, Forster, Swift, e tradotto Byron, Richardson, Stevenson, Lewis Carroll, Lawrence, Woolf, Hemingway, nonché, per il teatro, Shakespeare, O’Neill, Miller, Williams, Ayckbourn.