Mauro Garofalo, Il fuoco e la polvere

Un western maremmano

Capitano Bosco, l’eroe del romanzo di Mauro Garofalo, Il fuoco e la polvere pubblicato da Frassinelli, è un uomo di ventisei anni che si aggira per la Maremma di metà Ottocento rapinando diligenze. Aveva una famiglia e l’ha persa; all’inizio del libro conosce Elena, la soccorre dopo averne assalito il mezzo e la riconsegna a suo padre. Suo antagonista e rivale a tutti gli effetti è l’uomo con la bombetta, sindaco delinquente fissato con la ferrovia che lo deve arricchire. Bosco raduna intorno a sé un manipolo di fedelissimi (uno schiavo nero, un calabrese, un ragazzino, un eremita e un giapponese) e, insieme a loro, dà filo da torcere al boss. Con un occhio al cinema e un altro alla letteratura, un romanzo western tutto azione e rivendicazioni sociali.

In fin dei conti vivere non era che questo
Condividere la breve stagione dell’esistenza.
I sentieri che avevamo percorso.
Ciò che avevi compiuto in vita.
Valevamo giusto come pulviscolo nella grande Storia.
Sentì le forze venir meno.
La foresta sotto, immutabile, li avrebbe guardati estinguersi.
Sarebbero caduti. Uno dopo l’altro.
La torre bianca fu l’ultima cosa impressa nel suo sguardo.
Svenne.
E tutto tornò nel buio e nel principio.
Cenere alla cenere.
Polvere alla polvere.

Mauro Garofalo è nato a Roma il 19 settembre 1974. Ha esordito come giornalista di cronaca. Oggi è titolare del corso di Scrittura del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ha pubblicato alcuni libri-intervista e racconti. Il suo primo romanzo è Alla fine di ogni cosa seguito da Il fuoco e la polvere.

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