Mattia Bagnoli, Ricorda il colore della notte
Gibilterra 1941-43: la guerra, lo spionaggio, l'amore
1984: Svevo Giacco-Aliprandi, un anziano signore italiano che è stato console italiano a Gibilterra va a trovare a Londra Arthur Goodwin, che nel 1941 è stato il suo acerrimo nemico, in quanto responsabile dei servizi segreti britannici. Hanno parecchie cose da dirsi, ma soprattutto una: che fine ha fatto Yvonne, la donna in cui entrambi si erano innamorati. Il romanzo di Mattia Bagnoli, Ricorda il colore della notte (Piemme) ricostruisce l’atmosfera febbrile che si respirava nella Algeciras piena di agenti segreti tedeschi, francesi, italiani e inglesi, mentre Hitler attaccava la Russia e l’America entrava in guerra. Svevo è un fascista della prima ora: un quasi quarantenne fedele a Mussolini, fanatico della patria e dell’onore; Arthur un giovane inglese al suo primo incarico per il Secret Intelligence Service. Il primo vuole colpire le navi inglesi in combutta con Junio Valerio Borghese, il secondo prevenire gli attacchi. Quando entra in scena la ragazza con la Leica, la francese Yvonne, che racconta lo stupro subito da parte dei tedeschi che le hanno sterminato la famiglia, Svevo perde la testa e lasciala moglie per lei, e Arthur non gli è da meno come svelerà alla fine del libro. Una storia di amore e di guerra che si legge d’un fiato.
Mattia Bernardo Bagnoli è nato a Milano nel 1980, dopo una laurea in Lettere e Storia all’Università di Bologna si trasferisce a Londra, dove frequenta il master in Giornalismo Internazionale presso la City University e dove lavora come corrispondente per l’agenzia ANSA, per La Stampa e D-Repubblica. Dal 2015 è capo della redazione ANSA a Mosca. Scrive abitualmente di Russia per Pagina99, Huffington Post. È autore del noir Bologna permettendo (Fazi, 2009) e della guida Strano ma Londra (Fazi, 2012).C’è tutto in quel brano di mondo. La vita, la morte, la guerra, la pace, la notte, il giorno, l’odio e l’amore, Dio e la mancanza di Dio, il cielo, il mare e la terra, gli uomini, con le loro glorie e le loro miserie, il frastuono, il silenzio e la voglia, soprattutto la voglia, di non essere soli.