Katherine Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi

Katherine Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi

Un defibrillatore per l'immaginazione

Katherine Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi
Nelle sessanta pagine di Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio (tradotto da Stefania Di Mella per Rizzoli) Katherine Rundell condensa un’appassionata difesa della narrativa rivolta a un pubblico giovane, sostenendo che anche agli adulti faccia bene cibarsi di storie avventurose, di fiabe crudeli, di racconti ricchi di immaginazione e speranza. In tempi cupi, come quelli presenti, è proprio la letteratura per ragazzi a offrire stimoli per andare avanti. Da bambini sprofondavamo nei libri dimenticando quello che ci circondava: Rundell esorta il pubblico a ritrovare quella sensazione. I libri per ragazzi hanno una forte valenza politica, si rivolgono a quella parte della società che non ha diritto di voto e ne alimentano la sete di giustizia. Il saggio si chiude con l’esortazione ad immettere storie nuove all’interno del genere, ad aprire ad altre culture, ad altri mondi.

Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza, una certezza maggiore di quella che ho su quasi tutto il resto, ciò che non è: non è solo per ragazzi. Quando scrivo, scrivo per due persone: la me di quando avevo dodici anni e la me di oggi, e il libro deve soddisfare desideri diversi ma intrecciati.  La me stessa di dodici anni voleva autonomia, pericolo, giustizia, cibo e soprattutto un’atmosfera dentro la quale immergersi e da cui farsi risucchiare. La me stessa adulta vuole queste cose insieme a paura, amore, fallimento; segnali del verme che vive dentro il cuore dell’uomo.

Katherine Rundell è nata nel 1987 ed ha trascorso l’infanzia tra Africa ed Europa. Insegna letteratura inglese presso l’All Souls College di Oxford. Con Rizzoli ha pubblicato Sophie sui tetti di Parigi (2015), La ragazza dei lupi (2016, Premio Andersen 2017 nella categoria oltre i 12 anni), Il Natale di Teo (2017), Capriole sotto il temporale (2018, finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2019) e Racconti della giungla (2019). L’esploratore ha vinto il prestigioso Costa Children’s Book Award.

Di seguito l'intervista di Rai Letteratura.

Qual è, secondo lei, la ragione per cui la letteratura per ragazzi è considerata dappertutto un genere di serie B, mentre la letteratura per adulti gioca in serie A, qualunque sia il suo livello?
Credo che almeno in Inghilterra si abbia la sensazione che i bambini siano poco complessi, semplici, e un po’ fastidiosi: e quindi i libri per bambini debbano essere così. Ma naturalmente in realtà i bambini hanno anime profonde, intricate, complesse, e i migliori libri per bambini riconoscono e valorizzano questo. I migliori libri per bambini credo, siano i migliori libri in assoluto nel mondo.

Uno dei temi del suo libro è la necessità di ritrovare il piacere di leggere che ci davano i libri per ragazzi, quella capacità di sprofondare tra le pagine e dimenticare quello che ci circondava..
Esattamente! Credo che spesso abbiamo la sensazione di dover leggere l’ultimo successo letterario, o il libro di cui tutti parlano, e questo diventa una specie di dovere angosciante: ma leggere un libro per bambini, proprio per il fatto che non ci fa pavoneggiare in società, permette di leggere per puro godimento. E i libri scritti per bambini sono fatti apposta per agganciare presto e bene: non possono permettersi di sprecare tempo perché i bambini non aspettano che si  arrivi al punto: leggere un buon libro per ragazzi significa essere subito trascinati all’interno del testo.

Lei scrive che nel 2016 la politica inglese e quella internazionale sono state così deprimenti che ha dovuto trovare conforto nei libri per ragazzi. Ci può dire qualcosa sul ruolo della speranza nella letteratura per ragazzi (e sulla sua importanza in momenti bui come quelli attuali)?
Credo che la speranza nei libri per ragazzi sia spesso del tutto irriducibile: una tromba che risuona in una terra desolata. Trovo grande speranza nei libri per adulti ma spesso è una speranza di natura ambigua: ma quando scrivo per ragazzi, mi concedo di buttar via i tormentosi dubbi degli adulti e di donarmi la libertà di essere sfacciatamente speranzosa, di scatenarmi nella gioia. Nei libri per bambini cerco la conferma che il cuore umano è gigantesco e sconfinato. 

Il conforto non significa una visione edulcorata della realtà: nel suo libro distingue tra le favole classiche e le storie disneyane (e Pinocchio è un buon esempio di ciò: il romanzo di Collodi si basa sulla povertà, la critica sociale, l’ironia tutti elementi che mancano nel film di Disney)…
È proprio così! L’ambito in cui si muovono i libri per ragazzi, nella storia, non è mai stato la dolcezza e la bellezza: ci sono sempre stati molti testi che esplorano la parte oscura dell’animo umano – la fame, la crudeltà, i fallimenti – perché si tratta di libri improntati all’onestà oltre che alla speranza. Pinocchio con tutta la sua violenza, il suo spirito, la sua gioia e il senso di estraneità è un esempio perfetto.

È bella la sua immagine della letteratura per ragazzi come un distillato, come la vodka della letteratura. Questo vuol dire che a volte scrivere per ragazzi è più difficile che scrivere per adulti?
Sicuramente può essere altrettanto difficile! Io ho un altro lavoro, insegno e scrivo sulla letteratura del Rinascimento per adulti e trovo entrambe le cose difficile (non trovo molto di facile nella vita in generale!), ma in modo diverso. Quando scrivo per bambini, devo scavare più profondamente dentro di me. Cerco di scrivere libri che diano una scarica elettrica al cuore umano: che siano un defibrillatore per l’immaginazione.