Marino Magliani, Peninsulario

Restituire la Liguria

I cinque racconti di Marino Magliani raccolti in Peninsulario (Italo Svevo edizioni) sono ambientati negli anni settanta e ottanta, e hanno al centro angoli della Liguria e personaggi tipici di quelle zone: dall’inguaribile cacciatore di femmine che non si ferma di fronte all’avanzare dell’età allo spacciatore di droga che si presta a compiacere un poliziotto ansioso di fare bella figura con il suo capo, dallo scrittore che insegue il riccone che potrebbe fargli pubblicare i suoi libri al giovane olandese che prova a costruire un muretto fino al truffatore che si guadagna la fiducia delle coppie e poi caccia di casa i mariti. Di tanto in tanto compare una figura che adombra una versione più giovane dello stesso Magliani,  scrittore espatriato, uomo dai mille mestieri con un forte legame con la sua terra. Prevale un registro ironico, divertito, commosso, la voglia di riprodurre sulla carta un mondo in via di sparizione ed è forte anche il richiamo alla tradizione narrativa ligure, da Italo Calvino a Francesco Biamonti.

Le vallate, una dopo l’altra, non sembravano neanche collegate tra loro, ma emergevano dal mare come coltellate, e tutto quel vuoto di luce e ombre passava sulla città, sotto i ponti dell’autostrada, nella terra incolta, e poi su, tra le rupi.

Marino Magliani è nato a Dolcedo nel 1960 e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la sua Liguria e la costa olandese, dove scrive romanzi, racconti, sceneggiature e traduce. L’ultima sua opera è Il cannocchiale del tenente Dumont (L’orma, 2021).