Éric Chevillard, Santo cielo

Un corpo di parole

La casa editrice Prehistorica dedica un’intera collana allo scrittore francese Éric Chevillard, di cui ha pubblicato quattro romanzi Sul riccio, Sine Die, Rovorosa e Santo Cielo, tutti tradotti da Gianmaria Finardi. Chevillard ha sviluppato un’estetica dell’incongruo, che sfugge ai tentativi di categorizzazione. In questa intervista Chevillard parla del suo ultimo romanzo pubblicato in Italiano, Santo Cielo, che racconta di un uomo alle prese con la burocrazia incontrata dopo essere morto. Di seguito l'incipit del romanzo.

Quando fu morto, Albert Moindre considerò la sua nuova situazione con perplessità. Non soffriva per le spaventose ferite che avevano quasi istantaneamente causato il suo trapasso e persino l’eventualità sempre preoccupante di penosi postumi con annessi handicap sembrava dover essere scartata. Si sentiva in piena forma e, a dirla tutta, più vispo rispetto a prima dell’incidente.


Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon. Ideatore del blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi per l’insieme della sua opera. Ha dato alle stampe oltre venti romanzi pubblicati dalle Editions de Minuit. 

Si ringrazia Carlo Albarello della preziosa collaborazione.