Costanza DiQuattro, La baronessa di Carini

Una gita in Sicilia

Nata nel castello di Trabia il 7 ottobre 1529, da Lucrezia e Cesare, Laura Lanza perde presto la madre che muore dando alla luce Caterina, sua sorella. A quattordici anni il padre, che ne frattempo si è risposato, le fa sposare contro la sua volontà don Vicenzo la Grua Talamanca. In La baronessa di Carini (Gallucci), Costanza DiQuattro ricostruisce in modo romanzesco la vita di Laura, immaginandola molto legata alla sorella Caterina, che vuole con sé a Carini, anche se in convento, e innamorata di Ludovico, incontrato una volta per strada e poi rivisto perché cugino di suo marito. È nota la morte violenta di Laura, non si sa se per mano del padre, convocato dal genero che ha scoperto il suo tradimento durato anni. Nel romanzo di DiQuattro il finale della storia si svolge davanti agli occhi di quattro ragazzi che sono partiti con la scuola da Viterbo alla volta di Palermo, e poi di Carini, grazie alla loro professoressa appassionata della Sicilia. Bea, Cole, Tommy e Gian Andrea, ragazzi che portano ognuno dentro le proprie ferite, escono dall’incontro con i fantasmi del passato più consapevoli di sé, più capaci di affrontare i loro problemi e di stringere legami importanti. 

Da quando la professoressa Cannizzaro aveva parlato loro di quella gita, descrivendo nel dettaglio Palermo e il percorso che avrebbero dovuto fare, lei si era incantata. Non era mai stata in Sicilia ma sua nonna, che a dodici anni aveva lasciato l’isola ed era emigrata al Nord, gliel’aveva raccontata nei minimi particolari, al punto che a Bea sembrava già di conoscerla e di amarla. Quando poi la Cannizzaro, approfittando dell’ennesimo caso di cronaca nera riferito all’uccisione di una donna, aveva raccontato a tutta la classe la storia della Baronessa di Carini, Bea si era sentita, più di sempre, coinvolta.   

Costanza DiQuattro è nata a Ragusa nel 1986. Laureata in Lettere e in Filosofia, ha pubblicato quattro romanzi: La mia casa di Montalbano, Donnafugata, Giuditta e il monsù e Arrocco siciliano. Dirige il teatro Donnafugata e si occupa di drammaturgie. Per il palcoscenico ha scritto: Barbablù, Bellini, Wagner, Sinopoli. Flânerie tra genio, mito e musica e Parlami d’amore.