Parole d'amore e di letteratura 

Il carteggio tra Federico De Roberto ed Ernesta Valle

Nel video Sarah Zappulla Muscarà, intervistata nell’aprile 2024, parla del libro Federico De Roberto Ernesta Valle. Parole d’amore e di letteratura, da lei curato con Enzo Zappulla e pubblicato da La nave di Teseo nel 2023. 

Il volume raccoglie un epistolario di quasi ottocento lettere, scambiate tra Federico De Roberto, l’autore dei Vicerè che Leonardo Sciascia definisce il più grande romanzo della letteratura italiana dopo i Promessi sposi, e la sua amante Ernesta Valle Ribera – ribattezzata Renata (perché “rinata” all’amore) o Nuccia (diminutivo di “femminuccia”).

Come dice il titolo non si tratta solo di lettere d’amore, ma anche di letteratura, perché De Roberto scrive anche di quello che legge, di letteratura russa, francese e italiana.  Attraverso questo epistolario possiamo conoscere aspetti ignorati dell’austero e schivo scrittore siciliano e insieme della vita mondana, sociale, culturale dei due poli fra cui si snoda, Milano e Catania, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. 

Meta prediletta di De Roberto, al pari dei sodali Verga e Capuana, sospinti da un senso d’irrequietezza, da un’aspirazione a più vasti orizzonti, Milano rappresenta, e il carteggio ne è ampia testimonianza, la capitale dei poteri finanziari e culturali, la città più progredita, operosa, ricca di vivacità artistica e di brulicanti iniziative, con le sue prestigiose case editrici (Fratelli Treves, Galli), le grandi testate giornalistiche (il “Corriere della Sera”, la rivista “La Lettura”), i rinomati teatri (la Scala, il Manzoni, il Filodrammatici, il Lirico, l’Eden), gli eleganti ritrovi (il Biffi, il Cova, il Savini, il Caffè dell’Accademia), gli elitari salotti (di donna Vittoria Cima, di Virginia Borromeo, della stessa Ernesta Valle Ribera). È lì che a De Roberto sono consentite assidue frequentazioni con i maggiori esponenti dell’intellighenzia dell’epoca, giornalisti, scrittori, editori. 

Amante appassionato, impetuoso, temerario, travolgente, De Roberto, per il tramite della mediazione di un focoso, insistito, spregiudicato ricordare, rinnova ebbrezze amorose per consolidare un vincolo carnale, quasi a tenere legata la sua “Nuccia”. Talora impetuoso fino alla sfacciataggine, all’impudicizia, all’eccesso.


Sarah Zappulla Muscarà, ordinaria di Letteratura Italiana all’Università di Catania, si occupa di narrativa, teatro e cinema fra Otto e Novecento, di edizioni di testi e carteggi inediti.

Enzo Zappulla, presidente dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, è autore di numerosi volumi riccamente illustrati sulla storia del teatro siciliano. Presso La nave di Teseo insieme hanno curato I Pirandello. La famiglia e l’epoca per immagini (2017) e Tutte le opere di Ercole Patti (2019).

Federico De Roberto (1861-1927), sodale di Verga e Capuana, dalla ricca e variegata produzione giornalistica, narrativa e saggistica, tocca uno dei vertici del verismo europeo nel capolavoro I Vicerè (1894), potente affresco della Sicilia borbonica e dell’unificazione nazionale, al centro di quel Ciclo degli Uzeda che prende le mosse da L’Illusione (1891) per concludersi con L’Imperio (1929, pubblicato postumo).