"X" come Xenakis (II)

Costruire il suono

Nel 1988, a Torino, il musicologo Enzo Restagno realizzava per la RAI una lunga intervista a Yannis Xenakis. Ne nasceva il documentario Xenakis. Un greco antico nel mondo moderno. Nella clip proposta, il compositore racconta la propria esperienza con il grande architetto Le Courbusier, col quale aveva iniziato a collaborare fin dal 1948, partecipando attivamente anche alla costruzione del Padiglione Philips, in occasione dell’Esposizione Universale di Bruxelles del 1958. Per quella struttura, Edgard Varèse, tra i pionieri della musica elettronica, aveva concepito l’elemento musicale di un più vasto progetto multimediale.
 

Non sapevo chi fosse Le Courbusier, a quell’epoca; eravamo negli anni ’47/’48. E, a poco a poco, vedevo che i metodi e le problematiche di tipo estetico, e anche di calcolo, erano paragonabili a ciò che io cercavo di fare, contemporaneamente, nella musica
Yannis Xenakis


Yannis Xenakis (1922 – 2001) iniziò gli studi di ingegneria ad Atene, che dovette interrompere nel 1941 a causa dell’occupazione nazista. Nel 1948, dopo aver partecipato alla Resistenza e dopo aver conseguito la laurea, si trasferì a Parigi. In quello stesso periodo, Xenakis cominciò a studiare musica sotto la guida di Arthur Honegger, Darius Milhaud e Olivier Messiaen. Quest’ultimo lo incoraggiò a pensare a come si potesse “costruire” un suono così come si costruisce una struttura, senza crepe né segni di giuntura. A Parigi, lavorò anche nello studio elettronico di Pierre Schaeffer, ricercatore presso l'ente radiofonico francese.
Intanto, fin dal 1955, le composizioni di Xenakis erano state eseguite dal vivo, portandolo alla notorietà internazionale come musicista.

Tra i primi ad utilizzare il computer nell'ambito della "composizione algoritmica", Xenakis fondò, nel 1966, il Centre d'Études de Mathématique et Automatique Musicales, rivolto allo studio dell'informatica applicata alla musica. Nella seconda metà degli anni Settanta, insegnò composizione al Gresham College di Londra.

Nello studio di Le Corbusier, Xenakis si era specializzato in complessi modelli architettonici di forma ondulata, concava o convessa. La sua grande originalità come compositore consistette proprio nell’applicare quei modelli allo spazio musicale. In seguito, introdusse un metodo ancora più articolato, la “musica stocastica”, che si riferiva a quel ramo della matematica che studia l’attività casuale o irregolare delle particelle.
 

Le sonorità ammassate della sua musica, l’ampio uso di glissandi e una tessitura composta dall’intreccio di parti individualmente scritte per ogni strumento dell’orchestra conferiscono alle sue composizioni una sonorità tutta particolare, che ha influenzato molti compositori, specialmente Penderecki
Joseph Machlis, musicologo