Un repertorio da valorizzare

L'Orchestra "Alessandro Scarlatti" di Napoli della Rai

Nel 1993, a seguito della fusione dell'Orchestra "Alessandro Scarlatti" di Napoli con l'Orchestra Sinfonica di Roma della Rai, nel capoluogo partenopeo si teme la cancellazione dei concerti estivi. Nella clip proposta, Michelangelo Zurletti, allora direttore artistico del complesso napoletano, spiega al TG1 che la Rai assicurerà il regolare svolgimento della manifestazione "Giugno musicale barocco" grazie alla presenza, a Napoli, della nuova, più ampia compagine orchestrale. Il primo concerto, con musiche di Giovan Battista Pergolesi, sarebbe stato diretto da René Clemencic, di cui si vedono le prove.

Io penso che il programma che un’orchestra radiofonica debba sostenere non debba essere competitivo, per esempio, con le altre orchestre di giro. A Roma, parlo di Santa Cecilia. Noi abbiamo, in Italia, un grande patrimonio […] del primo Novecento, che è una vera rinascita strumentale italiana e che non è mai frequentato da nessuno. Ecco, lì bisogna cercare per programmare in maniera decente
Michelangelo Zurletti


L'Orchestra "Alessandro Scarlatti" di Napoli della Rai
Ultima arrivata nella famiglia degli ensemble musicali della Rai (1956), l’Orchestra “Alessandro Scarlatti” di Napoli vantava già, a quell’epoca, una storia lunga quanto illustre. Nel 1918, Franco Michele Napolitano (1887 – 1960), organista nella basilica di S. Maria del Carmine Maggiore, e sua moglie, Emilia Gubitosi (1887 – 1972), pianista, compositrice e docente di teoria presso il Conservatorio di Napoli, fondarono l’associazione di riferimento nata con la missione di valorizzare il repertorio musicale italiano antico e di “creare una massa corale capace di rivelare i tesori dell'antica polifonia vocale”, con una particolare attenzione alla tradizione napoletana. Al loro fianco, tra i fondatori dell’Istituzione, ci fu, tra gli altri, Salvatore Di Giacomo. L’associazione creò un coro, diretto da Gubitosi, promosse concerti diretti dallo stesso Napolitano e incentivò anche la conoscenza della musica contemporanea, presentando a Napoli i lavori di Franco Alfano, Alfredo Casella, Mario Castelnuovo-Tedesco, Goffredo Petrassi, Mario Pilati, Ildebrando Pizzetti, Ottorino Respighi e di numerosi compositori stranieri.

Nel 1949, queste attività culminarono nell'istituzione dell'Orchestra “Alessandro Scarlatti”, che, presto, si sarebbe rivelata un motore propulsivo della vita musicale partenopea. Alla fine del secondo conflitto mondiale, Franco Caracciolo (1920 - 1999), Accademico di Santa Cecilia e delle Filarmoniche di Roma e di Bologna, fu chiamato a traghettare l’ensemble verso l’acquisizione da parte della Rai, mantenendo l’incarico di direttore fino al 1964, per poi tornarvi dal 1971 al 1987. La sua vastissima cultura musicale permise alla “Alessandro Scarlatti” di proseguire il percorso iniziato dai fondatori e di esportarlo in tutto il mondo per mezzo di numerose tournée. Le prime, a Parigi (1952); Londra e Bruxelles (1953), Salisburgo (1954); Granada (1955); Amburgo, Colonia, Mannheim, Baden-Baden e Berlino (1956); Grecia, Israele, Turchia e Iran (1959).

Caracciolo fu dunque davvero un punto di riferimento per la sede napoletana, in grado di plasmare gli elementi del gruppo sinfonico. Grazie alla sua apertura culturale il pubblico ebbe la possibilità di conoscere meglio un repertorio strumentale che per troppo tempo era stato schiacciato dalla cultura melodrammatica delle istituzioni europee
Andrea Malvano, storico della musica