Lo stato dell'arte

L'Orchestra Sinfonica di Milano della Rai

A partire dall’ottobre 1977, la seconda rete Rai propone, nella fascia pomeridiana, TeatroMusica, rubrica di approfondimento e informazioni sulle stagioni teatrali, liriche e concertistiche che, una volta al mese, aveva anche un’appendice serale monografica. Tra i collaboratori del programma figurano nomi di grande prestigio. Tra tutti, Alberto Arbasino e Rodolfo Celletti, musicologo, tra i maggiori esperti internazionali di teatro d’opera.
Nella puntata del 30 novembre 1978, l’etnomusicologo Roberto Leydi intervista Giorgio Vidusso e Roman Vlad, rispettivamente direttori artistici delle Orchestre Sinfoniche e dei Cori della Rai di Milano e di Torino. Temi centrali: lo stato delle Orchestre, le loro problematiche, le attività in corso.

Roman Vlad (1919 – 2013), nato a Cernăuți, in Romania (l'attuale Cernovtzy, ora in Ucraina), dopo aver conseguito il diploma in pianoforte, fin dal 1938 scelse di vivere in Italia, dove, nel 1942, perfezionò i propri studi e, in seguito, operò – prevalentemente, ma non esclusivamente - come compositore, pianista e musicologo. Fu direttore artistico dell'Accademia Filarmonica Romana, presidente della Società Italiana di Musica Contemporanea, direttore artistico del Maggio Musicale fiorentino e del Teatro Comunale della stessa città e Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma. Scrisse opere teatrali, sinfoniche e da camera, musiche di scena e da film, nonché numerosi saggi di storia della musica e di musicologia.
Per la Rai fu anche consulente e collaboratore del terzo programma radiofonico e presentò, nel 1962, un indimenticabile ciclo di registrazioni di Arturo Benedetti Michelangeli, che rappresentò, per molti telespettatori dell’epoca, un’occasione formidabile per avvicinarsi al mondo della musica colta.

Pianista, musicologo, docente di Conservatorio, Giorgio Vidusso (1926 – 2016) fu dirigente Rai, per la quale, fino al 1986, si occupò sempre di musica. Fu anche Sovrintendente al Teatro Comunale di Firenze, al Teatro dell’Opera di Roma e al Verdi di Trieste, direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana, organizzatore dei concerti da camera al Festival dei Due Mondi di Spoleto, consulente della Biennale di Venezia, organizzatore di concerti alla Fondazione Cini di Venezia e collaboratore di varie riviste specializzate di settore.

I compensi degli orchestrali e dei coristi non sono, secondo me adeguati alla fatica e all’impegno che questa professione comporta. Data la generale, clamorosa ignoranza del paese, soprattutto delle sfere dirigenti, per quello che riguarda i problemi della musica, si usa dire ‘Ah, beati voi, beati loro, che tanto si divertono a lavorare’. È vero che si divertono a lavorare […] perché fare la musica è una specie di benedizione, però quanta fatica per arrivare a quella condizione
Giorgio Vidusso



L'Orchestra Sinfonica di Milano della Rai
Nel 1925, presso la sede milanese, venne fondata la prima compagine sinfonica dell'URI (Unione Radiofonica Italiana), che due anni dopo assunse un profilo e una programmazione stabili sotto la guida di Riccardo Santarelli, che lavorò con grande passione alla nascita e allo sviluppo del progetto, per poi passare alla realizzazione di quello di Roma.

Un nome quello di Riccardo Santarelli, che nei primordi della radio ricorreva spesso nei programmi quando l’ente era ancora denominato URI, e anche più tardi, allorché da Roma passò a Milano e diventò EIAR. […] Con non poca fatica, e superando non lievi difficoltà, Santarelli dirigeva, settimanalmente, almeno un paio di concerti: un «Concerto sinfonico-vocale», a cui intervenivano cantanti di buon nome, e una «Selezione di opere liriche», non poche delle quali erano dedicate a musiche di un solo autore. […] Santarelli si distingueva per l’intelligenza, lo scrupolo, la operosità cui dava prova nelle sue concertazioni
Dal “Radiocorriere”, anno XXV, n. 9, 2 – 8 marzo 1958, pag. 6

Un altro pioniere della radiofonia musicale milanese, che divise il proprio impegno con quella sabauda, fu Arrigo Pedrollo, che nel 1896, all’età di diciotto anni, aveva potuto ascoltare una propria composizione diretta da Arturo Toscanini. L’ensemble fu però assorbito, nel 1931, dalla formazione torinese della stessa emittente.

Si dovette attendere il 1950 perché la Rai Milano avesse di nuovo una propria Orchestra Sinfonica. A tenerla a battesimo fu chiamato Carlo Maria Giulini, che diresse L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini. All’alba degli anni Sessanta, l’Orchestra milanese, come, d’altronde, anche quelle di Torino e di Roma, si cimentò con la nuova musica, eseguendo, in prima italiana e assoluta, alcune composizioni di autori contemporanei quali Henri Dutilleux, Giulio Viozzi, Angelo Paccagnini, Bruno Canino e Nicolas Nabokov, mentre, nel 1967, accolse sul podio un giovanissimo (ventisei anni) Riccardo Muti, ancora tutt’altro che noto a livello nazionale: tutto a testimonianza della lungimiranza e della sensibilità artistica dalle quali era mossa la direzione musicale dell’Orchestra.