Un genio del tutto consapevole

L'epistolario completo della famiglia Mozart

Se Milos Forman nel suo Amadeus (1984) ha raccontato un Mozart “alquanto romantico”, tutto genio e sregolatezza, dedito, principalmente, ad una sfida ininterrotta con Antonio Salieri, nonché a esternazioni a dir poco triviali, la recentissima riedizione (la prima è del 2011) di Tutte le lettere di Mozart. L’epistolario completo della famiglia Mozart - 1755-1791, a cura di Marco Murara (Zecchini Editore, 2020) ci restituisce un (auto)ritratto del tutto vero del genio musicale per eccellenza. Un ritratto, sia chiaro, non scevro da quei caratteri di eccentricità che sono stati attribuiti a Mozart da molti biografi e che davvero gli sono appartenuti.

L’importanza della coraggiosissima scelta editoriale – duemilaventidue pagine distribuite in tre volumi di pregio e corredate da un apparato critico ricchissimo  – non si ferma certo qui. Si tratta di un’opera che delinea l’intero (con rare eccezioni dovute alla perdita o all’assenza tout court di lettere) percorso artistico e umano di Mozart. Addirittura da prima della sua nascita. Le lettere più remote risalgono, infatti, al 1755 (Mozart nasce il 27 gennaio 1756) e sono firmate dal padre Leopold, musicista, figura determinante nella narrazione offerta dall’epistolario, primo – se non unico – maestro e mentore, principale interlocutore della corrispondenza, che riconosce immediatamente il talento ineguagliabile del figlio, sul quale fa gravare, però, le proprie ambizioni di riscatto da uno status che lo rende inappagato.

Mozart crebbe legato a un padre per il quale il successo sociale, e quindi anche finanziario, del figlio negli anni della fanciullezza e nella prima gioventù rappresentava l’unica opportunità per sfuggire ad una posizione spiacevole e per attribuire significato alla propria vita
Norbert Elias, “Mozart. Sociologia di un genio”

Leopold è, sì, maestro e mentore, ma, allo stesso tempo, sebbene drammaturgicamente suoni come una contraddizione, “antagonista” del figlio. Wolfgang Amadeus sarà costretto a voltare le spalle ad un padre che lo vive come estensione narcisistica di sé, per sentirsi finalmente libero di costruire un’identità personale e professionale autonoma, che gli consenta di mutare in realtà la propria aspirazione a una vita d’artista affrancata dalla sudditanza al potere, che Leopold, da sempre e per sempre “lavoratore salariato della musica”, come ci ricorda Sandro Cappelletto nella “Presentazione”, non aveva mai sperimentato né concepito, e alla quale guarda decisamente con avversione.

Viaggiatore instancabile, Mozart, nelle lettere, si mostra assai distante dai cliché del Grand Tour già in voga a quel tempo. Al contrario di tanti suoi illustri predecessori e successori, mostra di non subire il fascino delle rovine antiche, né quello dei paesaggi naturali, ma si rivela un inflessibile sostenitore dei propri convincimenti in campo musicale e un attento osservatore di contesti e persone (dall’ex servitore ai nobili di quasi tutta l’Europa, dal contadino incontrato lungo una strada ai cantanti, strumentisti e compositori) conosciuti nel corso del suo lungo peregrinare in Italia e nel resto del continente, e che descrive con una prosa asciutta, divertita e divertente, priva di autocensure.

Qui l’invenzione letteraria è bandita (ma non il godimento della lettura) come è bandita qualsiasi speculazione teorica musicale, filosofica o politica che lascia spazio al dato storico, sebbene visto da punti di vista soggettivi, pura fonte per la storia della vita e della personalità di Mozart, della sua e dell’altrui musica, del costume, della società, del linguaggio del tardo XVIII secolo.

Chi si accinga alla lettura delle lettere di Mozart con lo scopo di arrivare a scoprire il segreto della sua arte compositiva, resterà probabilmente deluso. Mozart non si lascia andare a spiegazioni, l’enigma della sua musica è destinato a rimanere tale. Se l’epistolario non fornisce la risposta a tutte le domande, esso però offre l’immagine di un uomo che, come la sua musica, ci appare libero, fantasioso, imprevedibile, arguto, ma talvolta velato da un’ombra che lascia intuire ineffabili abissi dello spirito
Marco Murara, curatore di “Tutte le lettere di Mozart”


L’epistolario è dotato di un ingente apparato di note (a pie’ di pagina, va sottolineato), con sintetiche quanto utili spiegazioni di carattere storico e biografico, ragguagli sulla cultura e sui costumi del tempo, nessi fra le varie lettere e appunti di carattere interdisciplinare, cronologia della vita, delle opere e delle lettere, indice dei nomi, delle opere e dei luoghi.

Se il lettore tedesco ha avuto a propria disposizione Tutte le lettere fin dal 1962, quello italiano ha dovuto attendere il 2011 (prima edizione) e poi il 2020 (seconda edizione riveduta e ampliata) per poter fruire nella propria lingua di uno strumento così prezioso. L’opera edita da Zecchini è, per entità e caratteristiche, la fonte più esaustiva per la ricostruzione del percorso esistenziale e artistico di Mozart, forse di qualsiasi musicista in assoluto: ottocentoventisette lettere che permettono allo studioso e all’appassionato di avvicinarsi a questo genio assoluto, vivere con lui le emozioni per la conquista della fama e le delusioni per le meschinità del suo ambiente, la bellezza sconcertante della sua musica e le sue debolezze umane. Come in un grande romanzo. Come nella vita.

Tutte le lettere di Mozart. L’epistolario completo della famiglia Mozart - 1755-1791
a cura di Marco Murara
Editore: Zecchini, Varese
Anno di edizione: 2020
In commercio dal: 14 novembre 2019
Pagine: 2022, rilegato, 3 volumi


Nel video:
Mozart in viaggio
Dall'Auditorium Parco della Musica in Roma concerto dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia (2019). Violinista e direttore Fabio Biondi, Violista Raffaele Mallozzi.
Wolfgang  Amadeus Mozart, Sinfonia n. 31 K 297 Parigi; Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra K 364; Sinfonia n. 36 K 425 Linz.